7 Novembre, 2024
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Bracciano. Incontri d’autore al liceo Vian con Vincenzo Gallico

Il liceo Ignazio Vian di Bracciano continua a farsi notare grazie alle sue coinvolgenti iniziative extrascolastiche.

Ormai da anni, il Vian permette ai suoi studenti di dialogare con grandi voci della letteratura italiana: Dacia Maraini, Melania Mazzucco ed Eraldo Affinati sono solo alcuni degli autori che hanno accettato l’invito.

Sabato 16 aprile, gli alunni hanno potuto ascoltare il giovane ma affermato autore Vincenzo “Vins” Gallico.

Nell’aula magna dell’istituto, Gallico si è rapportato ai ragazzi in maniera semplice, diretta e coinvolgente, parlando di come è nata la sua passione per la scrittura e di come è riuscito a trasformarla in un lavoro.

Al liceo non avevo un ottimo rapporto con la lettura, dovendo ancora leggere autori consigliati nei libri di testo. Poi, una notte d’estate, non riuscendo a dormire, inizia a leggere. Da allora ho capito che i libri sono delle finestre,  finestre su altri mondi. Per vivere scrivo; scrivo per vedere le vite degli altri, per mettermi nei panni di un personaggio. Scrivo perché non riesco a farne a meno. Non è solo talento, ma una vera e propria pulsione. Per poter scrivere, bisogna allenarsi, e l’allenamento consiste nel leggere. Pensate che ogni anno, solo in Italia, vengono editati circa 60.000 libri, di vario genere. Anche leggendone 50 all’anno, non potremo mai starci dietro. Per questo è importante capire e scegliere i libri migliori per noi.

Ma cosa serve per scrivere? Servono un tema, un argomento ed un protagonista. Il protagonista, per poter funzionare, non deve essere perfetto, ma deve aver un fatal flaw, un difetto.

Nel mio primo romanzo, Portami rispetto, ho raccontato la storia di due adolescenti che devono nascondere un segreto comune e che si trovano coinvolti, loro malgrado, in una situazione assurda e pericolosa: un incendio doloso provocato da membri della Ndrangheta. Ho parlato di cose che conosco, in quanto sono nato a Reggio Calabria e sono cresciuto lì negli anni della seconda guerra di Ndrangheta.

Nel mio secondo romanzo, Final cut, affronto un tema simile a quello del film Eternal sunshine of the spotless mind: la sopportazione del dolore causato dalla fine di una storia.

Ricordate che i libri sono bombe, sono pericolosi, in quanto cercano la verità, distruggono e poi ricreano la realtà.

È arrivato il momento di far lavorare i ragazzi, mettendo in pratica i consigli di Vins, che a tale scopo li divide in 12 gruppi, ad ognuno dei quali affida un tema. I 5 ragazzi di ogni gruppo dovranno sviluppare una storia partendo, appunto, da uno di questi temi: nascita, lutto, dipendenze, crescita e paura, identità sessuale, morte, violenza giusta, coraggio, adolescenza e diritto alla felicità.

I 12 gruppi si posizionano in diversi punti dell’aula magna. Tutti lavorano seriamente, divertendosi, ma applicandosi con sincero interesse.

È un piacere vedere degli studenti seguire con attenzione le parole di un insegnante fuori dagli schemi, che parla loro con sincerità e coinvolgimento personale, ed è bello vedere i ragazzi cogliere questa straordinaria occasione, senza sprecarla, ma anzi facendone tesoro.

Articolo di Monia Guredda

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