Il Comitato Bracciano Stop Discarica ha scritto una lettera al sindaco di Roma, Ignazio Marino, sull’ipotesi che vede Cupinoro diventare discarica di servizio per la Capitale. Di seguito la lettera che riportiamo integralmente.
Come cittadini di Bracciano e di tutto il territorio che si estende a nord di Roma fino a Civitavecchia e all’entroterra di Viterbo, siamo rimasti esterrefatti dalle sue dichiarazioni e siamo terrorizzati dalle decisioni che il comune di Roma si accinge a prendere in queste ore.
Da quando la discarica di Cupinoro, che è pubblica, è stata individuata per lo sversamento dei rifiuti della capitale, della città del Vaticano, di Fiumicino e Ciampino, e sono cominciati i lavori per l’ampliamento (senza le dovute autorizzazioni), abbiamo scoperto che stiamo per diventare l’immondezzaio della capitale e forse dell’intera regione.
Egregio sindaco, come abitanti di un territorio già provato da impianti inquinanti di vario genere, dove la percentuale di abitanti colpiti da tumore e altre gravi patologie aumenta costantemente, vorremmo che ci spiegasse meglio le sue intenzioni:
Come fa a parlare di “una piccola discarica di servizio” ben sapendo che soltanto la città di Roma produce 4.000 tonnellate al giorno di rifiuti tal quale? E sotto le feste natalizie la raccolta è addirittura andata in tilt? Come fa a prevedere di raggiungere il 60% di differenziata nel 2015 se, dopo un anno dal suo insediamento, non risulta alcun piano predisposto con questo obiettivo? Quale piccola discarica pensa rimanga tale con questi presupposti?
E poi, a cosa è servito chiudere Malagrotta, se poi andate a portare i vostri rifiuti in casa d’altri, in netta opposizione con gli indirizzi della Regione Lazio? Le ricordiamo che stiamo aspettando da 22 anni che la famigerata montagna di Cupinoro, composta dai rifiuti tal quale di 25 comuni, venga chiusa definitivamente, avendo esaurito lo spazio disponibile. Questa discarica si trova in area ZPS protetta, archeologica, gravata dagli usi civici, gestita dall’Università Agraria di Bracciano che avrebbe dovuto valorizzare e tutelarne l’aspetto agro-silvo-pastorale, anziché accettarne la trasformazione in una discarica sempre più grande.
Proprio in queste ore si attendono le decisioni per il rinnovo dei poteri straordinari del commissario ad hoc del ministero dell’Ambiente, Sottile. Riteniamo che questo sia un insulto ai principi della democrazia. Le imposizioni dall’alto, fuori dal rispetto delle leggi, ricordano ben altre esperienze. Eppure lei, amministratore del bene pubblico, non può nascondersi dietro le decisioni di chi è stato messo lì proprio per sollevare i politici dalle proprie responsabilità.
Dalle scelte attese in queste ore, c’è anche quella che riguarda il presidente della Siena Ambiente al vertice dell’AMA. Anche questo ci preoccupa, dato l’interesse finora dimostrato dalla Siena Ambiente per il business dei rifiuti a Cupinoro.
Non sappiamo cosa nascondono i rifiuti di oggi, oltre alle tombe di epoca etrusca e romana, anche perché negli anni 90 a Cupinoro, come nella Terra dei Fuochi, lo sversamento dei rifiuti avveniva senza seri controlli. Siamo molto preoccupati e ancora di più nel constatare che il sindaco di Roma potrebbe contribuire a peggiorare questa situazione.
Anche la Regione Lazio in queste ore si accinge a decidere del destino di decine di migliaia di famiglie e di un territorio di grande bellezza e valore, che attira turisti da ogni parte del mondo, grazie alla sua storia e alla sua natura, alla valorizzazione operata dall’Unesco ma anche da chi coltiva la terra e alleva il bestiame nel rispetto di questo habitat, valorizzandone le caratteristiche: prerogative che meritano di essere considerate soprattutto in un momento così difficile per la nostra economia. A che serve, sindaco Marino assumersi pubblicamente le proprie responsabilità se poi non si è in grado di risponderne?
Siamo i cittadini di Bracciano, Cerveteri, Ladispoli, Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Oriolo Romano, Manziana, Canale Monterano, I Terzi, Valcanneto, Borgo San Martino, Cerenova, Santa Marinella, Santa Severa e tanti altri che ora non sanno più cosa lasciare ai loro figli.
Se non un esempio di cosa significa lottare per la propria terra e per il diritto inalienabile alla salute. Un diritto, egregio sindaco, che lei conosce bene.