Cupinoro 31 gennaio. Cancelli temporaneamente chiusi: dove finiranno i rifiuti? Quali piani per il comprensorio e le sue 25 differenti realtà comunali? Giunto il parere negativo, per vincolo paesaggistico, da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MIBAC) e bloccato di conseguenza da parte della Regione Lazio il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’ampliamento dell’invaso in corrispondenza della cava Vaira 1, la discarica di Cupinoro chiude, per esaurimento delle volumetrie disponibili al conferimento dell’indifferenziata.
Tutto accade in pochi giorni. Mentre prosegue l’iter dei ricorsi al TAR presentati da cittadini e comitati contro l’ampliamento di Cupinoro e circola la notizia che sarà nominato un nuovo commissario straordinario nazionale per i rifiuti, appare chiaro che la chiusura della discarica costituisce soltanto una fase. In attesa di ricorsi e nuove autorizzazioni dalla Regione. Negli ultimi mesi, nel calderone, tra le discussioni sui piani industriali e sull’ampliamento dell’invaso di Cupinoro in vista dell’inevitabile esaurimento, non erano state ventilate pubblicamente date di chiusura.
Il sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, ha dichiarato che l’indifferenziata di Bracciano verrà conferita a Viterbo, con un costo pari a 130€/tonnellata (circa 3mila le tonnellate previste all’anno) e a 450€ più IVA a viaggio. “Il comune di Bracciano godeva di un ristoro viario di 400mila €, derivante dal conferimento a Cupinoro, cifra che con la chiusura svanisce. Dove troveremo i soldi? I costi graveranno sulla cittadina, con un probabile aumento della Tarsu, forse il 30-35%”, ha affermato Sala. Ma i costi del conferimento sono solo un lato della medaglia. Altre due le emergenze. I 25 dipendenti della Bracciano Ambiente (addetti alla pesatura nelle attività di conferimento nel sito) che rischiano il posto. E le modalità e i costi della gestione del post chiusura. Costi e rischi che non erano stati pianificati nel piano industriale pluriennale firmato dalla BA approvato lo scorso anno – nel quale Cupinoro è indicato come polo per il trattamento meccanico biologico dell’indifferenziata – tralasciando la possibilità di un mancato rinnovo definitivo dell’AIA suddetta.
“Mettere a posto Cupinoro costerà 10-12 milioni di €. Dove li troviamo?”. L’ostacolo non è rappresentato solo dai numeri. Da quanto fa sapere il sindaco Sala, nell’AIA (per ora) non approvata e per la quale la questione sarà ora portata in Consiglio dei Ministri, è compresa tanto l’autorizzazione all’ampliamento dell’area richiesta, quanto i lavori di gestione della discarica, nei quali rientrano le operazioni di chiusura. Né Sala sembra intenzionato a chiedere un eventuale scorporamento delle autorizzazioni. “Non vedo perché dovrebbero darci l’autorizzazione a muoverci in un territorio soggetto a vincolo paesaggistico per la gestione del post chiusura e non per i lavori di ampliamento. Dobbiamo solo scavare e mettere un capannone, qual è il danno ambientale?”.
Oggi l’associazione Salviamo Bracciano in agitazione ha chiesto con una delegazione un incontro con Sala, che ha accettato di parlare solo con i giornalisti. Il comitato ha in ogni caso avanzato la richiesta di un Consiglio comunale straordinario aperto per chiarire ai cittadini cause e conseguenze di quella che ai non addetti ai lavori è sembrata una decisione improvvisa seppur obbligata. “Il sindaco ha detto che ci chiederà i danni economici per quello che è successo. Danni per che cosa? Quando la gestione della discarica, nei tempi e nei modi, è sempre stata approssimativa e poco trasparente, nessun piano emergenziale è stato mai contemplato, con la sicurezza della conferma delle autorizzazioni. E’ il momento della democrazia e di avere un confronto reale con tutta la cittadinanza. Che sappia quanto costerà la chiusura, certo, ma anche come avverrà e quale futuro si prospetta per il comprensorio. Abbiamo chiesto, anche se abbiamo fatto chiamare il presidente del consiglio comunale Maurizio Capparella, che non è arrivato, un consiglio straordinario”.
Sarah Panatta