Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del “Comitato Bracciano Stop Discarica”.
I comitati che lottano contro la riapertura della discarica di Cupinoro e lo scellerato progetto di realizzare in quel territorio un polo industriale dei rifiuti su scala regionale hanno manifestato il loro sostegno ai magistrati per l’indagine aperta dalla procura di Civitavecchia su questa vicenda.
Questa mattina, di fronte agli uffici della procura, alcuni rappresentanti del Comitato Bracciano Stop Discarica hanno aperto uno striscione con la scritta “ARRESTATE L’ILLEGALITA’ A CUPINORO – Giudici e cittadini insieme”.
Contestualmente è stato depositato l’atto già inviato al Consiglio dei Ministri contenente le osservazioni sulle irregolarità rilevate dai comitati nella procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale degli impianti previsti a Cupinoro. Si tratta infatti di ecomostri, un TMB da 135.000 ton (impianto per il Trattamento Meccanico Biologico per la produzione di ecoballe per inceneritori) e un biodigestore da 33.000 ton – entrambi fortemente inquinanti e sovradimensionati. La Regione Lazio – nonostante il parere negativo della Soprintendenza – intende realizzare questi impianti e riaprire la discarica anche in presenza di vincoli (zona ZPS, usi civici) nati per tutelare quest’area di grande valore paesaggistico e ambientale, vicina al lago di Bracciano e al sito UNESCO della Banditaccia. Cupinoro è nata infatti trenta anni fa come discarica abusiva, accogliendo per anni rifiuti di ogni sorta e ora è una montagna di 80 metri colma di veleni e percolato. I cittadini chiedono la bonifica dell’area e non possono accettare un’industria dei rifiuti che danneggerebbe la salute, l’ambiente e l’economia locale – contribuendo all’inquinamento generale di una zona già colpita oltre misura e con altissime incidenze di tumore. Civitavecchia ne sa qualcosa.