Se una testata esce con continuità da 20 anni vuol dire che è riuscita a costruire un rapporto di fiducia con i suoi lettori. Vuol dire che c’è un editore che ha trovato le risorse necessarie per la sua pubblicazione. Vuol dire che ci sono centinaia di giovani redattori che si sono formati e avvicendati sulle sue pagine.
Senza investimenti, però, si fatica a produrre informazione: per trovare nuovi contributi è necessario chiamare imprenditori e istituzioni a scommettere di più sulle testate locali. Gli amministratori pubblici dovrebbero prendersi la responsabilità di sostenere la piccola editoria, fondamentale nell’epoca della globalizzazione: più il mondo è interconnesso, più l’informazione locale cresce di peso. Anche se i giornalisti sono scomodi per definizione: fanno inchieste e chiedono conto in maniera obiettiva. Chi ha ruoli istituzionali deve saperlo, accettarlo ed esserne felice perché un’informazione libera e indipendente rende i cittadini consapevoli.
Ma la principale risorsa per l’autorevolezza di una testata restano i lettori. Un giornale è efficace, funziona ed è verificato in base alla gente che lo consuma.
Luca Cesari