Il fungo porcino, primo messaggero dell’incipiente autunno, è il protagonista della Sagra che si tiene annualmente a Oriolo Romano.
Nella incantevole cornice di Piazza Umberto I, all’ombra di Palazzo Altieri, prende il via da Venerdì 12 a Domenica 21 Settembre, nei due fine settimana, la Undicesima edizione della Sagra del Fungo Porcino di Oriolo Romano organizzata dalla A in collaborazione con il Comune, la Pro Loco e circa 100 volontari.
Il profumo del “cibo degli dei” inebrierà tutti i visitatori della grande Festa, che anche quest’anno sarà “Ecocompatibile”: le stoviglierie infatti, saranno biodegradabili e compostabili, offrendo in questo modo un contributo all’ambiente. Sarà sufficiente separare bottiglie in vetro, in plastica e lattine, per garantire la raccolta differenziata al 100%.
Il Comune di Oriolo Romano, infatti, è risultato eletto da Legambiente “Comune Riciclone 2014” per la raccolta differenziata dove ha riciclato il 78 % sul totale dei rifiuti raccolti piazzandosi primo in assoluto per l’area del centro Italia, in questo modo, l’Associazione Culturale Oriolo Romano, intende dare il proprio contributo all’ambiente, grazie anche al supporto della ECOZEMA, produttore delle stoviglierie e della Minimo Impatto S.p.A, distributore locale.
La consueta cortesia e ospitalità del Paese e degli organizzatori della Sagra, sarà integrata per il secondo anno consecutivo dalla compagnia domenicale del LUDOBUS, e nelle altre giornate, ARTISTI DI STRADA, giochi per bambini e tutte le sere animazione.
Protagonista del menu non poteva che essere lui: il fungo porcino in tutte le sue declinazioni: per cominciare, bruschetta alla crema di porcini, poi le classiche fettuccine, spezzatino o arista ai funghi, porcini fritti, la zuppa ai funghi porcini e fagioli, il pane impastato con questa prelibatezza che ci regala la terra e novità di questa edizione la LASAGNA ai funghi porcini.
Quest’anno poi la Sagra del Fungo Porcino sarà #glutenfree grazie alla collaborazione con l’AIC – Associazione Italiana Celiachia che nelle giornate di domenica presenterà un menù senza glutine.
L’antico borgo, sorto nel 1562, è a metà strada tra la capitale e il capoluogo della Tuscia. Le origini del paese sono incise sulla facciata del palazzo Santa Croce, detto oggi palazzo Altieri: “Giorgio Santa Croce quinto signore di Viano, figlio di Onofrio, disboscò la selva di Manziana, e condottovi i coloni nell’anno 1562, rese frequentata la strada Claudia, dotò di mura il castello di Oriolo, edificò la chiesa di San Giorgio (1570), edificò questo palazzo”.
Poiché i coloni provenivano dalla toscana e dall’Umbria, troviamo tracce di quelle radici nelle inflessioni dialettali e nelle abitudini culinarie.
Al centro della piazza, sempre che non sia troppo coperta dalle bancarelle, la Fontana delle Picche, realizzata su disegno del maestro Jacopo Barozzi da Vignola. Nelle vie principali del centro un mercatino di prodotti tipici del territorio a base di fungo porcino e non solo
Appena fuori dal centro abitato si può incontrare un meraviglioso bosco di faggi ancora integro con i suoi alberi ad alto fusto, la nota faggeta. Altra nota zona verde è il Parco della Mola, a meno di 5 chilometri dal centro, che prende il nome dal vecchio molino del 1573: grazie al fiume e al laghetto sotto la cascata si possono ammirare scorci davvero suggestivi.
Per chi preferisce un’immersione nel verde se non è troppo caldo si possono fare due passi a Le Olmate, un insieme di viali alberati che uniscono il paese a Montevirginio, una frazione del vicino e altrettanto ridente Canale Monterano.
Non tutti sanno che ad Oriolo Romano soggiornò per qualche tempo Guglielmo Marconi, cercando di sviluppare la trasmissione radiotelegrafica: documenti e il nastro originale attestano che all’alba del 27 maggio 1903, dalle colline dal Campaccio, partì un messaggio in onde elettromagnetiche diretto a Roma Monte Mario.
Termometro del gradimento è il successo sempre crescente della sagra, legato anche alla proposta di prodotti naturali espressione del territorio.