L’Ordine Geologi Lazio ha partecipato al convegno “Italia Dissestata”, svoltosi ieri pomeriggio a Palazzo Marini a Roma, in cui si è fatto il punto della situazione del rischio idrogeologico in Italia con scienziati, tecnici, rappresentanti istituzionali, giornalisti e politici.
Dissesto idrogeologico, eventi meteorologici straordinari che diventano ordinari, una gestione del territorio spesso carente e lacunosa, il pericolo costante di frane e alluvioni. C’era anche l’Ordine dei Geologi del Lazio al convegno “Italia Dissestata”, svoltosi ieri pomeriggio a Palazzo Marini a Roma, in cui si è fatto il punto della situazione del rischio idrogeologico in Italia con scienziati, tecnici, rappresentanti istituzionali, giornalisti e politici. Obiettivo principale dell’incontro era quello di far dialogare mondi diversi, in modo da comprendere a fondo le proporzioni e le vere cause del problema e suggerire le contromisure più urgenti. “Si è parlato, tra l’altro, del trasferimento ai presidenti delle regioni, avvenuto questa estate, delle funzioni dei Commissari straordinari delegati alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico – spiegano dall’Ordine dei Geologi Lazio -. La manovra, che era stata avviata per velocizzare la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza del territorio che procedevano a rilento, ha comportato nel Lazio un blocco dei cantieri e dell’attuazione degli interventi”.
Questo perché il passaggio di consegne tra il Commissario straordinario delegato ed il Presidente della regione, da quanto si sa, nel Lazio sta avvenendo solo in questi giorni. “Secondo i dati forniti dall’Unità di missione nazionale per il contrasto al dissesto idrogeologico, istituita di recente – spiega il segretario dell’Ordine Geologi Lazio, Tiziana Guida – la nostra regione non prevede di aprire nessun cantiere di opere contro il rischio idrogeologico né in questi ultimi mesi del 2014, né nel 2015. Il rischio è quello di perdere i fondi assegnati ad interventi ritenuti prioritari fino a pochi anni fa. Infatti la legge di stabilità 2014 prevede che i fondi non utilizzati entro il 2014 verranno destinati ad altri interventi contro il dissesto idrogeologico”. Questo malgrado anche i ricercatori, presenti al convegno ‘Italia Dissestata’, abbiano evidenziato come il clima in Italia centrale si stia tropicalizzando e di come ci dovremo aspettare sempre più spesso l’aumento degli eventi estremi. Eventi che potrebbero colpire anche il Lazio, “un territorio – ribadisce il presidente Troncarelli – molto vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, e dove non si pensa ad un’adeguata programmazione e prevenzione del rischio che dovrebbe partire da una conoscenza approfondita delle trasformazioni geomorfologiche in atto”. Una contraddizione in piena regola, se si pensa che “nella nostra Regione 372 comuni, il 98% del totale, hanno almeno un’area a rischio di frana o di esondazione, in cui è a repentaglio la vita umana e più di 350mila cittadini vivono in aree potenzialmente a rischio idrogeologico. Eppure – chiosano i Geologi Lazio – si ricorre ancora troppo poco ad interventi preventivi, ritrovandosi poi per questo sempre a gestire in situazioni in emergenza. Evidentemente questo atteggiamento è dovuto anche alla mancanza di ‘cultura della geologia’ dei nostri politici, come dimostra il fatto che stiamo parlando dell’unica regione italiana priva di un ufficio geologico, soppresso prima dell’estate”.