Gentile Direttore,
mi consenta un breve commento sull’ articolo pubblicato il 15 ottobre a proposito dell’ attività dei Guardiaparco. Il quadro generale è più o meno quello descritto nell’ articolo ma devo aggiungere che i Guardiaparco il lavoro se lo vanno spesso a cercare anche facendosi prestare attrezzature da colleghi di altri parchi e facendo un costante “pressing” sulla dirigenza del Parco per ottenere di che lavorare e di questo sono testimone io stesso. Viene svolta anche attività antibracconaggio per quanto consentito dai mezzi disponibili. Sono abbastanza frequenti anche attività di formazione sia in sede che esterna con adulti e ragazzi. Ciò detto, vorrei ampliare un pò il discorso e dare qualche altra informazione. Le difficoltà dei Guardiaparco sono solo quelle più evidenti, più o meno gli stessi ragionamenti si potrebbero estendere anche a tutto il personale del Parco di Bracciano (naturalisti, biologi, agronomi, tecnici, esperti di comunicazione etc.) ed a tutti i parchi del Lazio. I parchi si trovano a doversi comportare da occhiuti guardiani e censori rispetto alle attività produttive (specialmente in edilizia ed agricoltura) senza poter svolgere nei territori tutelati il ruolo che potrebbero avere se godessero a livello regionale dell’ attenzione necessaria. Carenza di indirizzi, di coordinamento e collegamento con la “casa madre” regionale, scarsità endemica di fondi e procedure cervellotiche affliggono il nostro Parco ma anche gli altri parchi del Lazio. Contro questo stato di cose i Commissari hanno fatto fronte comune coordinandosi ed aderendo a Federparchi. Sul sito del Parco è pubblicata la lettera che abbiamo scritto a firma congiunta al Presidente Zingaretti per segnalare lo stato di abbandono in cui versa il mondo dei Parchi. La lettera è dell’ inizio dell’ estate ed ancora attende una risposta anche minima. Il nostro coordinamento in Federparchi tornerà a farsi sentire a breve con il Presidente anche perchè vogliamo essere coinvolti nella revisione della legge regionale 29/97 in corso, da un governo di centro sinistra non ci aspettiamo di meno. L’ indifferenza regionale sottende però un problema politico molto serio. I Sindaci non amano affatto il Parco, anzi, temo che un prematuro decesso non causerebbe troppe lacrime. Naturalmente questa è solo un’ ipotesi anche se non priva di indizi a sostegno. Il fatto che il Parco sia inviso ai Sindaci è spiegabile; i Sindaci da tempo operano in emergenza ed il mondo dei Parchi appare come un di più. Non è così, ovviamente, ma la percezione sembra essere questa. La Regione al momento è alle prese con una contingenza molto grave e penso che tutte le attenzioni e le risorse resteranno rivolte per un pò di tempo alla sopravvivenza nei settori strategici. E’ quindi il momento del “fai da te”. In questo quadro di cose il Parco sta cercando e troverà un ruolo adeguato all’ importanza della propria “mission” ed alla qualità delle persone che ci lavorano. La progettazione è avviata e verrà condivisa con i cittadini, stiamo progettando una revisione delle procedure interne che ci rendano più adeguati alla complessità delle attività svolte. Avremo bisogno della forza dei cittadini e dei Sindaci prima per programmare la vita del Parco e poi per far sentire in Regione la voce del nostro territorio (ed anche dell’ aiuto dell’ Agone).
Grazie, Giuseppe Curatolo – Commissario straordinario