Nell’occhio del ciclone ancora il tema della sanità laziale: si cercano soluzioni soddisfacenti, nonché necessarie, in particolare per il futuro prossimo dell’Ospedale Padre Pio di Bracciano.
Martedì 28 Ottobre, nel palazzo dell’Archivio Storico di Bracciano, si è tenuto il convegno promosso e organizzato dal Lions Club Bracciano, Anguillara Sabazia, Monti Sabatini sul progetto di riconversione dell’ospedale, “quali gli sviluppi e le nuove linee guida regionali nella gestione dei servizi sociali”. Insieme al generale Bruno Riscaldati, erano presenti all’incontro il sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, di Anguillara, Francesco Pizzorno, Massimo Luciani per Trevignano Romano e Bruno Bruni per Manziana.
Il dottor Giuseppe Quintavalle, in veste di direttore generale dell’ Asl RMF, presenta l’attuale situazione e apre un varco sulle possibili e future manovre organizzative ed economiche che la Regione potrebbe economicamente e sistematicamente sostenere.
“Cercheremo di attuare le definizioni che risulteranno essere le migliori e le maggiormente praticabili all’interno di un piano concessoci – continua Quintavalle – il nostro obiettivo è quello di ottenere una rimodulazione più vicina alla perfezione delineata in primis dai bisogni del singolo cittadino. La scelta di abilitare l’ospedale San Paolo di Civitavecchia come centro esecutivo dell’Asl Rmf è stata dettata dalla qualità dei servizi che questo può somministrare, senza nulla togliere agli altri centri d’intervento del territorio e dalla visione geografia e organizzativa della realtà. Ricordiamoci che la difficoltà non è tanto quella di mettere d’accordo 17 Sindaci, bensì tre assi territoriali diversi tra loro per bisogni e reazioni sociali”.
Tuttavia i Sindaci dei Comuni limitrofi , racchiusi nella nuova definizione territoriale dell’Asl Rmf, contrari a considerare e a stabilire il centro esecutivo l’ospedale di Civitavecchia, riportando e considerando i disagi che geograficamente rappresenterebbe per un cittadino della zona del lago, giungere a Civitavecchia per quotidiane cure, chiedono al direttore generale un maggiore impulso per una soluzione che sia più vicina e sensibile ai bisogni dei singoli.
Il primo ad intervenire Francesco Pizzorno che gioca criticamente sul concetto di “noi” come Asl. “Con una prima osservazione, sincera e diretta, quando sento parlare dell’ospedale di Civitavecchia, che sistematicamente fa parte della nostra stessa Asl, non riesco a racchiuderlo in un “noi”, ma vedo un “noi” e un “loro”. Questo per far capire la difficoltà di concetto dettata dalla geografia e dalla necessità di comuni come il nostro. Riconoscendo al Dottor Quintavalle la sua massima dedizione al progetto, chiediamo la possibilità di un ulteriore soluzione, un’altra spinta, da subito per esempio potenziando i servizi domiciliari e periferici dato la strada che si sta intraprendendo, e inoltre creando tre\quattro centri d’intervento che siano più vicini alla comunità, prima di giungere a Civitavecchia.”
A seguire Giuliano Sala, analizzando la situazione prossima , chiede di trasformare l’ospedale di Bracciano in un centro sperimentale per due anni, controllando l’andamento e le risorse che questo sarebbe in grado di mantenere e i servizi che potrebbe offrire. “Ho paura che questo progetto, così com’è, porterebbe il nostro centro ospedaliero ad essere “un’ anticamera della salute”, senza la possibilità di un’inversione di tendenza e prossima alla chiusura dei battenti. “ – prosegue Sala- “ la soluzione non è semplice e diretta, bisogna fare breccia con un atto di coraggio, proviamo con un tempo di sperimentazione, vediamo come andiamo. E’ fondamentale che il nostro sia e rimani in una rete d’emergenza e queste condizioni future non credo lo prevedono ancora”.
Benedetta Onori