Passa la norma sull’innalzamento dell’età per l’erogazione del vitalizio ai consiglieri delle passate legislature. Via libera all’accorpamento delle società regionali Lait e Lazio Service.
Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori (Pd), ha approvato, all’unanimità, una norma che taglia i vitalizi per i consiglieri delle passate legislature (fino alla IX). Per i consiglieri a partire dalla presente legislatura (X) il vitalizio era stato già abolito con una norma contenuta nella finanziaria regionale 2012, ribadita dalla prima spending review regionale (legge 4/2013).
Le nuove disposizioni sono contenute in un subemendamento alla proposta di legge n. 184 in materia di spese per il personale regionale, sottoscritto dal presidente Daniele Leodori, dall’ufficio di presidenza del Consiglio e da tutti i capigruppo con l’eccezione di Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle e del consigliere Fabrizio Santori (Misto). Assieme a numerosi emendamenti che ne hanno cambiato radicalmente la fisionomia, la pl 184 è stata infine approvata, a tarda notte, questa volta a maggioranza (32 favorevoli, 4 astenuti), con il nuovo titolo “Disposizioni di razionalizzazione normativa e di riduzione delle spese regionali”. Oltre alla norma sui vitalizi che rappresenta il cuore del provvedimento, la pl 184 stabilisce, tra l’altro, la liquidazione dell’Agenzia regionale per i trapianti e l’accorpamento delle società regionali Lazio Service e Lait.
La nuova norma in materia di vitalizi dispone, con decorrenza dal 1 gennaio 2015, che chi non ha compiuto 50 anni di età, ma ha fatto parte delle legislature precedenti, potrà ricevere il vitalizio a 65 anni, e non più al compimento del cinquantesimo anno d’età, come era previsto dalla vecchia legge. C’è la possibilità di anticipare l’erogazione del vitalizio a partire dai 60 anni, ma in questo caso è prevista una decurtazione del 5% per ogni anno di anticipo (chi sceglierà di ricevere il vitalizio a 60 anni avrà un taglio del 25%).
Nel triennio 2015-2017 è prevista una riduzione temporanea per i vitalizi erogati agli ex consiglieri o titolari di reversibilità, calcolata in modo progressivo con quattro aliquote: fino ai 1500 euro lordi sarà dell’8%, dai 1501 ai 3500 euro del 10%, dai 3501 ai 6000 del 13% e oltre i 6000 euro del 17%. Per chi invece oltre al vitalizio regionale percepisce anche altri vitalizi, come quello da parlamentare italiano o europeo o da un’altra regione, le aliquote del contributo di solidarietà sono maggiorate del 40%. Pertanto, sarà al 11,2% fino ai 1500 euro lordi, al 14% dai 1501 ai 3500, al 18,2% dai 3501 ai 6000 e al 23,8% oltre i 6000 euro sempre lordi. I titolari di assegno vitalizio diretto o di reversibilità che hanno un reddito lordo complessivo annuo ai fini Irpef inferiore o pari a 18.000 potranno invece chiedere l’esenzione di tale riduzione temporanea del vitalizio.
Inoltre, in attuazione di alcune disposizioni contenute nella legge di stabilità nazionale 2014, a decorrere dal 1 gennaio 2015 e per un periodo di tre anni, nei confronti dei consiglieri che superano quattordici volte il trattamento minimo Inps è prevista una decurtazione del 6 per cento per la parte eccedente il predetto importo lordo. Tale aliquota cresce fino al 18 per cento se il vitalizio supera di trenta volte il trattamento minimo Inps (che è pari a 501,38 euro mensili nel 2014). I risparmi derivanti da tali misure di contenimento della spesa saranno versati all’entrata del bilancio dello Stato.
Chi ha un doppio vitalizio, inoltre, potrà rinunciare a quello della Regione Lazio: in questo caso gli sarà riconosciuta la restituzione dei contributi versati, purché ne faccia richiesta entro 30 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge, senza rivalutazione monetaria o riscossione di interessi. Con la nuove disposizioni il trattamento previdenziale contributivo, introdotto dalla legge 4/2013, non ha più natura obbligatoria. Pertanto, i nuovi consiglieri potranno scegliere di aderire al sistema pensionistico contributivo entro sessanta giorni dalla prima convocazione del Consiglio. Per i consiglieri dell’attuale legislatura alla prima nomina, quelli cioè che non hanno diritto al vitalizio, potranno, se lo vorranno, richiedere la restituzione anticipata dei contributi previdenziali già versati dall’inizio della legislatura (2013) a oggi, rinunciando dunque alla pensione che avrebbero preso a 65 anni. Infine, sarà bloccato per i prossimi tre anni l’adeguamento Istat.