I Kutso, dal palco del Muso Music Festival di Oriolo a quello dell’Ariston di Sanremo. Il gruppo dei Castelli Romani arriva a un passo dalla vittoria al Festival. Partecipando alla sua 65esima edizione, infatti, questi giovani ragazzi di Marino pieni di verve, dinamismo, grinta, allegria e colori da vendere, vengono eliminati solamente in finale da Giovanni Caccamo.
Quest’ultimo strappa loro la vittoria col 56% dei voti ottenuti contro il 44%. Di certo per i Kutso rimane la soddisfazione di aver perso da un avversario davvero troppo forte. Caccamo conquista tutti i premi possibili nella penultima serata del Festival: il Leone d’argento, il premio Mia Martini, il premio Sala Stampa e il premio Emanuele “Lele” Luzzati della Regione Liguria. E poi, oltre ad essere autore di “Ritornerò da te”, la canzone con cui gareggiava, Caccamo ha scritto anche il testo del brano sanremese eseguito da Malika Ayane: “Adesso e qui (nostalgico presente)”.
Ma sicuramente anche la melodia dei Kutso, “Elisa”, composta da Matteo Gabbianelli, si farà largo nella scalata delle hit più quotate in rotazione nelle radio; in maniera leggera il gruppo canta l’amore a modo suo.
E poi, come hanno scritto sulla loro pagina Fb: “Abbiamo già vinto: l’associazione italiana di organizzatori e produttori di spettacoli musicali dal vivo ci ha dato il Premio Assomusica ‘per l’originalità e la capacità di saper emozionare mostrata nel corso dell’esibizione dal vivo sul palco dell’Ariston, tra gli otto giovani in gara al 65° Festival della Canzone Italiana”.
Coincidenza curiosa, i Kutso sono usciti da Sanremo nella serata del 13 febbraio, Giornata mondiale della Radio inventata da Guglielmo Marconi. Tutti sanno bene come egli abbia fatti i suoi primi esperimenti di comunicazione a distanza qui ad Oriolo Romano. Chissà, dunque, che vi sia una remota ragione che unisca il piccolo paese in provincia di Viterbo a Sanremo.
Forse un giorno un giovane talento oriolese approderà al Festival. Tra tutte queste contingenze particolari ed insolite, la certezza è la seguente: il fatto che i Kutso siano arrivati così in fondo al Festival dimostra l’alta qualità degli artisti che aderiscono al Muso Music Festival.
E, nonostante non siano riusciti a trionfare, i Kutso sono stati protagonisti di una divertente gag in cui “imitavano”, in una scena simpatica, Carlo Conti. Ed anche questo rimarrà delle vicende che hanno coinvolto coloro che hanno preso parte alla kermesse canora tra le Nuove Proposte, non solo la commozione e la gioia di Giovanni Caccamo. Tra l’altro i Kutso non hanno avuto un percorso facile qui a Sanremo.
Hanno dovuto battere altri giovani molto validi, prima di poter approdare alla finale. A partire da Amara, che hanno eliminato in semifinale; a Kaligola, 17enne talentuoso, che interpretava “Oltre il giardino”, su cui si sono imposti col 59% a 41% dei voti. Sicuramente la dote dei Kutso è che, oltre al talento artistico, hanno un’ottima capacità di fare spettacolo, un’abilità grazie alla quale si muovono facilmente sul palco (anche di fronte a una telecamera), sapendo ben catturare l’attenzione del pubblico, intrattenendolo, divertendolo e costruendo con esso (con cui interagisce) un legame.
Le maglie colorate, i salti, le corse da una parte all’altra del palco, fanno sì che i membri del gruppo costruiscano una vera e propria scenografia spassosa dietro ogni canzone, che spesso ha testi anche molto autoironici. Amano anche prendersi poco sul serio, senza però trascendere nel trash appunto. Evitando tale degenerazione, ottengono solamente applausi e mai fischi. Creano un caos rumoroso piacevole, senza mai esagerare o voler strafare, ma coerenti con se stessi e rendendosi identificabili e ben connotati.
Barbara Conti