22 Novembre, 2024
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Regione Lazio: fauna selvatica, approvata la legge su danni e tutela

La Regione Lazio ha una nuova legge contro i danni provocati dalla fauna selvatica. Ad approvarla ieri pomeriggio con 31 voti a favore e 6 contrari il Consiglio regionale.

Si sono dichiarati a favore consiglieri di Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Nuovo centrodestra. Contrari i consiglieri del Movimento Cinque stelle. Il provvedimento è nato da un’iniziativa bipartisan, promossa da Marco Vincenzi e Mario Ciarla del Pd, Riccardo Valentini (Per il Lazio), Mario Abbruzzese e Luca Gramazio (Pdl – Forza Italia) e Giancarlo Righini (Fratelli d’Italia).

Una serie di modifiche introdotte oggi dall’aula su iniziativa dell’assessore all’Agricoltura, Sonia Ricci, ha provocato la decadenza di numerosi degli emendamenti presentati (in tutto 532, di cui 480 di M5s). Via libera a fine seduta a un ordine del giorno a carattere finanziario firmato da Cristiana Avenali (Per il Lazio). Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace, ha aggiornato la seduta a mercoledì prossimo, 4 marzo, alle ore 11.

Soddisfatta l’assessore Ricci per una normativa che va in aiuto degli agricoltori, secondo una direzione di semplificazione amministrativa e snellimento burocratico. Quello dei danni da fauna selvatica “è tema delicato e fortemente critico per il nostro settore, sul quale l’Assessorato sin da subito si è attivato”.

“Il testo finale – prosegue – è stato il frutto di un lavoro di ascolto e di sintesi delle diverse esigenze di agricoltori, ambientalisti, cittadini e imprese, delle organizzazioni agricole e venatorie, degli enti di gestione delle aree naturali e protette, degli amministratori locali”. Di una legge che rafforza il comparto agricolo, che risponde alle esigenze di enti locali, cittadini e operatori e costituisce un passo in avanti e una pagina importante per l’economia regionale hanno parlato i consiglieri che sono intervenuti a favore del testo (Abbruzzese, Righini, Vincenzi e Sabatini). SecondoSilvia Blasi (M5s) si tratta invece di una normativa che non affronta in maniera organica e sistematica la materia, né individua strumenti adeguati per affrontare una “presunta emergenza”. Tra le preoccupazioni sollevate dalla consigliera la mancata restrizione degli interventi alla fauna di interesse faunistico-venatorio e la commistione di ruoli tra competenze degli uffici che si occupano di agricoltura e di ambiente.

Gli “Interventi regionali per la conservazione e gestione della fauna selvatica e per la pianificazione e regolamentazione dell’attività faunistico venatoria” si propongono di andare oltre la semplice prevenzione e gli indennizzi in favore di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, categorie cui è riconosciuta priorità. Scopo della legge è infatti anche la tutela, la gestione, il controllo della fauna selvatica presente nel territorio regionale in maniera stabile o temporanea. Insieme alla conservazione degli habitat e a una corretta regolamentazione dell’attività faunistico-venatoria. Definito un complesso sistema di interventi, tra i quali figura – oltre a studi, ricerche e monitoraggi – la “ricomposizione degli squilibri ecologici all’interno delle aree naturali protette regionali”. Indirizzi e direttive sono previsti per piani di abbattimento selettivo degli “ungulati cacciabili”, quali i cinghiali. Prevista la vendita delle carni degli animali uccisi. La Regione promuoverà il controllo delle specie che, per presenza e densità eccessive, danneggino boschi, sistemi ecologici, agricoltura e assetto idrogeologico.

Sostenute economicamente misure di prevenzione come le recinzioni, le coltivazioni a perdere e il foraggiamento dissuasivo. Aiuti anche per chi si assicura. Potranno essere oggetto di indennizzo le colture, gli animali da reddito, gli impianti di irrigazione, le serre, le opere di protezione dei terreni coltivati e degli allevamenti. Previsto l’indennizzo sia dei danni causati dalla fauna selvatica che di quelli – su proposta di Cristiana Avenali (Per il Lazio) – prodotti dall’attività venatoria. Una struttura della direzione regionale Agricoltura, infine, gestirà il sistema di interventi previsto dalla legge, affiancata da un comitato scientifico. Scompare l’Osservatorio faunistico regionale, i cui compiti passeranno alla neonata struttura. Secondo Blasi, che si è detta contraria, non serviva istituire un altro ufficio. La struttura opererà in collaborazione con la direzione Ambiente allorché gli interventi ricadranno nelle aree protette. Alcuni interventi, indicati nel dettaglio dalla nuova normativa, prevedono il coinvolgimento degli ambiti territoriali di caccia (Atc).

 

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