Sarà Raffaele Petrone ad aprire il primo ciclo di mostre che si terrano presso il nuovo spazio Out Law Bistrot di Alessandro Tognazzi a Bracciano Romano. Le opere esposte vogliono essere una sintesi di quel lavoro e di quella ricerca che il maestro porta avanti da anni.
Raffaele Petrone (Roma 1950) viene definito come un’artista che da subito prediligerà il percorrere una strada autonoma e svincolata dalle esperienze contemporanee del periodo, per avvicinarsi invece alla tradizione culturale e figurativa espressionista. “…è davvero raro oggi trovare un pittore che abbia uno sguardo capace di bucare l’opacità del mondo”, scriveva Éluard per Marx Ernst e che allo stesso tempo abbia profonda conoscenza dei mezzi che usa” così Dario Micacchi recensì per una mostra Raffaele Petrone ed è, effettivamente, questa una delle frasi che meglio rappresentato uno degli aspetti fondamentali di questo bravo pittore.
Petrone sembra far parte di una vera nicchia di bravi e sapienti artisti, capaci nell’utilizzare il colore come espressione pura del sentimento; di quel sentimento, però, che, come la tradizione espressionista vuole, vive in un perenne tormento. E’ così che il colore si tinge spesso di un rosso violento, come nell’opera “Cellula” e si contorce poi con l’arancione, il giallo e le tonalità più scure del blu e del verde; in quella elaborazione psichica e manuale affidata al piacere dei sensi e allo sforzo della creazione.
In opere come la serie di vedute sul paese di Manziana , non sono più gli oggetti ad essere i protagonisti ma è nuovamente il sentimento interiore dell’artista che prevarica sulla memoria ed è così che le case e il paesaggio si scompongono e smaterializzano diventando, come lo stesso Petrone ci dice, dei semplici frammenti. “Gli oggetti sono strumenti del quotidiano, patetici, infermi testimoni di una dannazione”, scrivono ancora sul maestro, quella stessa dannazione che ritroviamo ancora nella natura morta del 1970.
Un’ultima opera presente è “Rinascimento interiore”, questo lavoro nasce dopo un periodo travagliato e vuole essere, come evoca il titolo stesso, una rinascita, un ritorno attraverso la fissità cromatica da quel mondo interiore, ma che non si vuole comunque scostare dalla ricerca dell’unione tra sentimento e forma.
Raffaele Petrone sarà per lunghi anni docente di cattedra presso il liceo artistico di Ripetta di Roma ed è tutt’ora maestro presso il suo studio di Manziana (RM).