“Ho depositato oggi alla Commissione Trasporti della Camera dei deputati una risoluzione che impegna il Governo ad attivarsi per trovare e stanziare le risorse necessarie alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale del nostro Paese.
Un impegno fondamentale per migliorare la sicurezza dei cittadini e ridare forza ad un settore economico che è stato fortemente penalizzato dalla crisi economica.
In questi anni l’Unione europea ha ribadito più volte la sua strategia e i suoi obiettivi per la sicurezza stradale, incoraggiando gli Stati a migliorare le infrastrutture stradali e sensibilizzando gli utenti ad un comportamento più corretto.
I dati diffusi da Siteb — Associazione dei costruttori e manutentori delle strade — purtroppo evidenziano una realtà ben lontana da quella ambita ed evidenziano come i consumi di conglomerato bituminoso (più noto come asfalto), per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale italiana, si sono dimezzati rispetto al periodo precedente alla crisi economica, passando dai 44 milioni di tonnellate del 2006 a 22,3 nel 2014.
Lo stesso studio dimostra come, per la manutenzione ordinaria della rete stradale del nostro Paese, occorrerebbero 40 milioni di tonnellate di asfalto annue, circa 18 in più rispetto quelle utilizzate lo scorso anno.
Tale riduzione, ovviamente, ha ripercussioni dirette sulla mobilità e sulla sicurezza dei cittadini, poiché strade prive della manutenzione ordinaria sono strade più lente e pericolose e spesso costituiscono un elemento determinante nella dinamica degli incidenti stradali nonché sul triste primato italiano in materia: 181 mila incidenti nel 2013 con ben 3.385 morti e con costi sociali stimabili in circa 26.000 milioni di euro.”
Così il deputato PD, Emiliano Minnucci, ha spiegato i motivi della risoluzione, di cui è primo firmatario, depositata nella IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati.
“La messa in sicurezza del territorio e della rete stradale – ha continuato Minnucci – è anch’essa una «grande opera» che il nostro Paese dovrebbe affrontare con rapidità e convinzione.
Un’operazione che oltre a rendere un servizio evidente e tangibile ai cittadini, rilancerebbe settori fondamentali per l’economia italiana molto colpiti dalla crisi, senza peraltro consumare ulteriore suolo.”