6400 ettari di territorio; oltre 800 soggetti tra imprese agricole e persone fisiche interessate, divisi in quote, lotti di terreno e orti a uso domestico; circa 330mila euro risparmiati dalla comunità: questi i numeri per Tarquinia dell’esenzione IMU sulle proprietà collettive diventata legge grazie alla conversione, con modifiche, del D. L. 4/2015, riguardante anche agli anni successivi.
Il dettato normativo è chiaro e non lascia dubbi interpretativi: esenti i terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva, indivisibile e inusucapibile che non ricadono in zone di montagna e di collina. L’esenzione non comporta un gettito minore al Comune di Tarquinia. È prevista infatti compensazione a carico dello Stato.
È confermato anche lo sblocco delle somme per l’anno 2014. Una conquista importante soprattutto per la nostra comunità. Oggi in molti protestano per l’IMU sui terreni agricoli, per tutti un ingiusto balzello. Per anni però Tarquinia è stata gravata da questa assurda imposta, mentre il resto della provincia di Viterbo era esente. Tassa ancor più ingiusta se applicata alle proprietà collettive. Anni di contenziosi e battaglie, fin dal 1993, anno in cui fu introdotta l’ICI costata alla comunità milioni di euro.
Già nel 2014 eravamo riusciti, grazie al lavoro della Consulta Nazionale delle Proprietà Collettive e all’interessamento dell’on. Alessandro Mazzoli (PD), a ottenere l’esenzione. Il D.L. 4/2015 aveva però rimescolato le carte. Decisivo, ancora una volta, il ruolo dell’on. Mazzoli alla Camera e dei senatori Maria Cecilia Guerra e Federico Fornaro (PD), dove l’audizione ottenuta dalla Consulta Nazionale delle Proprietà Collettive e alla quale ho avuto l’onore di partecipare in commissione bilancio, è risultata decisiva. In un momento in cui la pressione fiscale sale, arriveranno canoni drasticamente ridotti rispetto alla scorsa stagione.
Una boccata di ossigeno per i nostri utenti. Quanto versato nel 2014, sarà restituito previa istanza di rimborso da presentare presso l’Ente. Abbiamo mantenuto la parola data, con impegno politico e amministrativo.