La Direzione Aziendale in riferimento alle notizie pubblicate su alcuni organi di informazione locali relativamente ad un improbabile ‘Allarme tubercolosi’, al fine di riportare ad una dimensione di verità le circostanze menzionate, intende informare che allo stato non sussistono in città casi di tubercolosi accertati e che tutte le procedure adottate sono state in perfetta rispondenza delle normative vigenti.
Le imprecisioni e le congetture evidenziate negli articoli in questione sono numerose, ed hanno come unico possibile effetto quello di creare un procurato allarme tra la popolazione.
“Quanto riportato sul quotidiano – precisano dal Dipartimento di Prevenzione della ASL – in merito alle date del presunto ricovero e al numero dei casi, ad oggi non risulta veritiero, in quanto in data 2/4/2015 è pervenuta al Servizio Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione ASL RM F la segnalazione di un solo caso, peraltro sospetto, di TBC: è necessaria la conferma del caso, prima di predisporre qualunque tipo di intervento di Sanità Pubblica, e fino ad allora non esiste alcun obbligo di informazione verso chicchessia”.
“Nei giorni prima di Pasqua – informa la Direzione Sanitaria dell’Ospedale San Paolo – l’unica persona straniera che si è presentata in Pronto Soccorso è stata una signora (non libica) che giungeva in PS il 31.03.2015 alle ore 12.14; dopo RX Torace con esito negativo, TAC Cranio con esito negativo, esami ematochimici e terapia la paziente veniva dimessa con diagnosi di “Riferita sincope con febbre” in data 01.04.2015 alle ore 19.37 con indicazione controllo dal curante, emocromo di controllo.
Da contatti telefonici con la Direzione Sanitaria Ospedaliera dello Spallanzani non risulterebbe a tutt’oggi alcun ricovero della suddetta paziente. Come da procedura aziendale per i casi di pazienti febbrili ed espettorato si è provveduto durante la permanenza in Pronto Soccorso ad isolare la paziente e dotarla di mascherina, così come analogamente è stato fatto con il personale sanitario.”
“L’altro caso citato, viceversa, è arrivato al pronto soccorso in data 30/03/2015 con diagnosi di sincope, ed è stato ricoverato il giorno successivo in medicina con un quadro di infezione tracheobronchiale . Ha eseguito un Rx torace risultato negativo, successivamente una TAC che evidenziava un quadro per sospetta TBC polmonare miliare anche se dal punto di vista clinico si era di fronte ad un quadro scarsamente sintomatico , in serata è stato disposto il trasferimento presso l’ istituto Spallanzani di Roma”
“In data 02/04/2015 è stata trasmessa la scheda di notifica di sospetto TBC polmonare miliare al dipartimento di Prevenzione della ASL . Quindi, ad oggi , non esiste una conferma della eventuale diagnosi . La ASL è in costante contatto con l’ospedale Spallanzani, il 03/04/2015 il medico dell’istituto Spallanzani ha confermato che il quadro clinico è atipico per tubercolosi miliare in quanto assenza di espettorato, ma l’esame radiologico sembrerebbe tipico di TBC miliare, che comunque non è una forma ad elevata contagiosità in quanto il paziente non elimina bacilli con l’espettorato. Nel frattempo, ha eseguito varie terapie e si è tuttora in attesa dei risultati, che ci verranno comunicati probabilmente domani, e attualmente non segue terapia specifica perché le condizioni sono migliorate.”
La Direzione Sanitaria ospedaliera, come da procedura, ha attivato il gruppo operativo CIO, i Medici competenti per la sorveglianza sanitaria dei dipendenti identificati come contatti stretti. Comunque , finché il sospetto non è confermato, non è previsto nessun adempimento. Anche nei casi di esposizione a paziente bacillifero gli accertamenti sui lavoratori ( Mantoux , visita con scheda per il contatto) devono essere eseguiti dopo almeno 20 giorni dall’esposizione.
“La profilassi delle malattie infettive – concludono dal Dipartimento di Prevenzione – non segue un protocollo “assurdo” ma nel caso specifico è tenuto a seguire precise Linee Guida Ministeriali per le attività di controllo della Tubercolosi e la Procedura Aziendale sulla “Sorveglianza dei contatti di un caso di Tubercolosi Polmonare” (pubblicata da tempo sul Sito aziendale). Tale compito è demandato al Servizio Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione che comunque garantisce la tutela della Salute Pubblica, contemperando il rispetto della Privacy individuale e la pubblica utilità.”
Appare comunque singolare, infine, che invece di preoccuparsi di ingenerare con le proprie parole possibili allarmi tra la popolazione, il cronista in questione si avventuri in lezioni di comportamento nei riguardi dell’Ufficio Stampa della ASL, dove a sua detta “nessuno risponde e nessuno dà informazioni dettagliate sul problema”: un Ufficio Stampa, come è ovvio, non è né un servizio di emergenza, né opera 24 su 24, né tanto meno è deputato a fornire risposte dettagliate a chiunque telefoni ed a qualsiasi ora, articolando viceversa le sue attività verso una corretta informazione e una efficace comunicazione istituzionale, nei tempi e nelle modalità che queste prevedono.