Il progetto dei comitati di quartiere prende vita e lo fa con l’unione di Ponton dell’Elce, Colle Sabazio.
Un organismo che funziona, che spinge al confronto tra cittadini e istituzione, arginando quella distanza quasi implicita tra governati e governanti.
Abbiamo avuto il piacere di conoscere il Presidente del neo comitato, Francesca Martini, che ci spiega l’iter e le motivazioni che hanno portato alla nascita della struttura.
“Il Territorio, seppur ora più vasto e con necessità diverse, aveva già visto prototipi di comitati e consorzi, quindi in qualche modo i cittadini erano abituati a partecipare a forme di aggregazione spontanea dove erano solidi portare all’attenzione della comunità i problemi che quotidianamente affrontavano.
Ora un regolamento e uno statuto preciso sancisce l’unione dei cittadini nei comitati: un organismo giuridicamente riconosciuto che ha il diritto e il dovere di farsi sentire. Ed è proprio questo che tutti i cittadini dovrebbero comprendere, l’utilità del comitato di quartiere nella sua forma e nei suoi poteri ha la possibilità di relazionarsi con l’amministrazione e di essere informato dalla stessa sia su questioni tecniche come il bilancio, l’andamento degli interventi sia su questioni di ordine e sicurezza pubblica.”
Della stessa opinione Marco Cutillo che, da abitante di Ponton dell’Elce, conosce e vive quella realtà tutti i giorni e vede come finalmente i rapporti con l’amministrazione sia concretamente iniziati. “Prima il comitato nasceva come spontaneo – ci spiega- e non era regolato da nessuno statuto, a parte quello creato all’interno dell’agglomerato dai partecipanti, come se si trattasse di un’associazione.
A Ponton dell’Elce fu Giancarlo Terzi a gettare le basi del comitato di quartiere, a cui oggi è intitolato il Palazzetto, anche se con linee politiche precise. Quello che, invece, caratterizza l’odierno comitato è proprio l’unione apartitica dei cittadini, regolato giuridicamente, dove l’elezione del Presidente, del Vicepresidente e del segretario avviene legittimamente tramite il conteggio dei voti.”
“Una delle cose fondamentali di questo comitato – continua Cutillo- sta nella volontà di fare per il quartiere: dallo logistica alle strutture mancanti, dalle attività culturali, spettacoli ad iniziative sociali e religiose in grado di far vivere e rivivere una comunità. Mancano infatti delle strutture d’aggregazione comunali, ci sono pochi spazi disponibili per organizzare eventi e proposte.
Il comitato è un organismo di diretto collegamento con l’amministrazione e il Sindaco avrà l’obbligo e la possibilità di discutere con un nucleo ristretto di rappresentanti, del popolo e scelti dal popolo, portando così ad un iter più semplificato nella capacità d’intervento. Non si tratterà più di singole e legittime lamentele, bensì di proposte e idee redatte da chi è direttamente eletto dalla comunità, in modo tale da aumentare la possibilità di successo delle stesse. Questo è un servizio civico, il cittadino dovrebbe rendersi conto del potere decisionale che ha in mano, per questo mi auguro presto la nascita degli altri comitati, nella speranza di una concreta marcia in più per tutto il paese.”
Benedetta Onori