La costituzione della Bracciano Ambiente è stata un’anomalia
Il sindaco Giuliano Sala risponde sul nodo Cupinoro-Bracciano Ambiente e sull’indagine della Cort dei Conti che vede coinvolta l’amministrazione comunale.
Il Comune ha stanziato i 45mila euro per la rimozione del percolato presso Cupinoro? Come avete trovato i fondi nel bilancio comunale?
“I fondi sono stati impegnati alla voce di bilancio relativa allo smaltimento dei rifiuti e, comunque, non appena effettuato materialmente il pagamento manderemo una nota di addebito alla Regione Lazio”.
A quanto ammontava la somma a fondo perduto erogata dalla Regione Lazio nel 2014 per la gestione del post mortem?
“La Regione Lazio ha, con una deliberazione di Giunta, riconosciuto che la Bracciano Ambiente ha sostenuto maggiori oneri per la gestione del bacino di discarica autorizzato e gestito da privati (Servizi Ecologici Laziali) dal 2004 sino ad oggi, per un importo di oltre 10 milioni di euro. Le valutazioni dell’azienda sono per il doppio della cifra, tutta documentata con relazione e fatture delle spese sostenute”.
Il 16 aprile l’incontro in Regione per definire il futuro della discarica. In caso ci siano ulteriori oneri di gestione per il Comune, questo come inciderà sulle casse e sul bilancio di Bracciano?
“La conferenza dei servizi del 16 aprile attiene l’approvazione del progetto presentato dalla Bracciano Ambiente di “modellazione morfologica della discarica”. In altre parole, trattasi del progetto di realizzazione del capping finale e della chiusura di tutto il bacino di discarica, compreso quello gestito da privati e per il quale non esistono garanzie finanziarie mai presentate e richieste dalla Regione Lazio ai privati. La Bracciano Ambiente ha realizzato il progetto complessivo per una ragione tecnica, ma presentando la garanzia finanziaria propedeutica all’emissione del decreto regionale di chiusura a norma del D.Lgs. 36/2003 di €. 8.076.500 riferita alla gestione post operativa della parte di discarica, che è stata gestita ed autorizzata alla Bracciano Ambiente. Quindi gli oneri necessari alla operazione di chiusura e di gestione post operativa saranno ad esclusivo carico della B.A. (per la parte che le compete) ed eventualmente della Regione Lazio”.
In un recente comunicato stampa ha parlato di ipotesi commissariamento del Comune. Lo ritiene seriamente possibile?
“Il commissariamento di un Comune è sempre un‘ipotesi reale, per tutti i motivi previsti dalla normativa sugli enti locali”.
In questi anni in cui la gestione delle casse della Bracciano Ambiente da parte della società stessa è precipitata: come socio unico non avete potuto monitorare e verificare i problemi di bilancio della società per cercare anticipatamente soluzioni o aiuti?
“Le casse della Bracciano Ambiente, come risulta da documentazione probante e visionabile, sono precipitate a causa di due motivi fondamentali: il primo è che la gestione caratteristica e prioritaria della società, cioè la gestione della discarica, ha subito praticamente l’azzeramento delle entrate causa la chiusura al 31 gennaio 2014 del conferimento dei rifiuti per esaurimento delle volumetrie, mntre la seconda è quella relativa ai fortissimi oneri che la B.A. si è accollata per impedire un danno ambientale sulla parte del bacino di mc. 1.800.000 gestito ed abbandonato dai privati. Ritengo che allorquando sono state emesse le due ordinanze sindacali nn. 22 e 23 del 2004, che hanno nei fatti previsto l’avvio della gestione della discarica prima da parte del Comune e poi, con la costituzione della Bracciano Ambiente, alla stessa municipalizzata, sarebbe stato necessario fare delle valutazioni più approfondite in merito a quale onere sarebbe stato trasferito dall’Amministrazione comunale alla costituita società pubblica. Amministratori comunali accorti avrebbero dovuto valutare quale peso avrebbero accollato alla Bracciano Ambiente e quindi al Comune di Bracciano, se è vero che la motivazione fondamentale dell’ordinanza sindacale 22/2004 è quella della mancanza delle garanzie fideiussorie della costruzione e gestione della discarica (ma così non sembra essere in quanto agli atti esistono tali polizze fideiussorie). Quello che veramente mancava, il vero nodo della questione, è che non sono state richieste e presentate le garanzie finanziarie della gestione post-operativa a favore della Regione Lazio, che è stata sull’argomento inadempiente e silente. Si doveva pretendere, prima di affidare la gestione degli impianti di Cupinoro, tra cui l’intera area su cui insisteva la discarica tutta, con la delibera n. 39 del 9 giugno 2004 del Consiglio comunale, che i gestori privati presentassero alla Regione Lazio le garanzie finanziarie per la gestione post operativa. Ma questo non è stato fatto, anche nel silenzio dell‘Amministrazione regionale di allora, che evidentemente aveva la sola necessità di risolvere il problema atavico dell’emergenza rifiuti nel Lazio. Il seguito della storia la conosciamo”.
Nel dossier della Corte dei Conti che la “conviene” in giudizio, si parla di una rilevante consistenza debitoria del Comune di Bracciano nei confronti della Bracciano Ambiente, causata anche dalla stipula da parte del Comune di contratti di servizio che sottopagavano i servizi erogati dalla Bracciano Ambiente stessa. E’ stato effettivamente così?
“Nella delibera di Consiglio comunale che costituzione la Bracciano Ambiente era previsto che alla BA venissero affidati i servizi pubblici locali della raccolta e trasferimento dei rifiuti, dello spazzamento, del verde , della manutenzione delle spiagge e così via, ad un costo assolutamente non congruo, di complessivi 800.000 euro iva compresa. La cosa ha determinato che il “maggior costo” se lo è accollato la municipalizza, erodendo le risorse della stessa. I maggiori oneri sostenuti dalla società pubblica sono stati fatturati al Comune di Bracciano che ha riconosciuto il debito. La costituzione della Bracciano Ambiente, ricordo avvenuta con il voto sempre contrario di chi parla, è stata per il Comune di Bracciano una vera anomalia e una successiva rovina. Rispondo alla domanda riprendendo le affermazioni di una relazione della Guardia di Finanza, richiesta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e finalizzata alla richiesta di fallimento della B.A., dove si afferma che la Bracciano Ambiente ha sempre sofferto, sin dalla data di costituzione (anno 2004), di una grave mancanza di liquidità dovuta: 1- dai ritardi die pagamenti da parte degli Enti locali conferenti r.s.u. presso la discarica di Cupinoro; 2- dalla sottoscrizione con il socio unico, già dall’anno di costituzione della Bracciano Ambiente Spa, di contratti di servizio pattuenti un corrispettivo non renumerativo dei costi effettivamente sostenuti per la fornitura dello stesso; 3- dall’esorbitante incidenza sul totale costi delle spese per il personale dipendente e non; 4- dal sostenimento di ingenti costi extra (trattamento percolato per invasi saturi gestiti dal precedente gestore della discarica sino al 2004) che sin datta data di costituzione della società hanno ineluttabilmente ‘zavorrato’ i bilanci societari con una spesa annua media di 1,9 milioni circa di euro.
Continua la Guardia di Finanza affermando che le problematiche suddette hanno costretto la società al ricorso di risorse finanziarie extra quali: l’utilizzo dei fondi post mortem e del tributo speciale c.d. ecotassa di spettanza alla Regione Lazio. Il tutto mi sembra molto esplicativo”.
Sarah Panatta