Sindaco Sala, lei è stato citato in giudizio dalla Corte dei Conti per danno erariale da oltre un milione di euro alla Bracciano Ambiente. Come giudica questo procedimento?
“Preciso che il danno erariale, eventualmente, sarebbe nei riguardi del Comune. In riferimento al procedimento, a seguito di varie denunce, la Guardia di Finanza ha relazionato la Procura Regionale della Corte dei Conti, ipotizzando un danno erariale riferito alla complessa questione dell’impianto di trattamento del biogas e dell’impianto di trattamento del percolato. Preciso ancora che la realizzazione di entrambi gli impianti era un obbligo previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale n.46/2007 , rilasciata alla Bracciano Ambiente Spa. Il decreto, al suo interno, prevedeva la messa in funzione e l’affidamento dell’impianto di trattamento del biogas da parte della società privata Entec, che lo ha realizzato nel 2005, quindi, quando gli amministratori della Bracciano Ambiente Spa erano quelli nominati dall’Amministrazione Negri. L’allora amministratore del CdA ha formalmente definito con la società Entec, un contratto di partecipazione del 19% per la BA sul fatturato dell’energia venduta e derivante dallo sfruttamento del gas di discarica. Nel 2007 il nuovo presidente del CdA della BA migliorò l’accordo, ottenendo una royalty del 24%.
L’impianto di biogas, secondo l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla Bracciano Ambiente in data 25 maggio 2007, doveva fornire anche una parte dell’energia prodotta con il gas di discarica per alimentare due generatori funzionali al costruendo impianto di trattamento del percolato di discarica – “riferito e tarato per captare il percolato, riferito alla quantità prodotta dai lotti di discarica autorizzati e gestiti dalla municipalizzata” – con una potenzialità di trattamento giornaliera di 49,31, come risultante dall’autorizzazione rilasciata dal Commissario per l’emergenza rifiuti nel Lazio con decreto 46/2007. L’impianto di trattamento del percolato, ultimato e collaudato nel 2011, ha trattato quantità inferiori a quelle previste, soprattutto perché l’impianto di biogas, realizzato da privati, non trasferiva sufficiente energia all’impianto stesso. Anche qualora l’impianto di biogas avesse funzionato a pieno regime, sarebbe stato comunque necessario trasportare e smaltire la quantità di percolato prodotta dall’invaso di 1.800.000 mc (gestito e abbandonato dal precedente gestore privato S.E.L.).
La Procura Regionale della Corte dei Conti ritiene che il sottoscritto, unitamente al Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Bracciano, abbia posto in essere condotte produttive di danno nella seguente misura: parte del costo di realizzazione dell’impianto di trattamento del percolato, realizzato dalla Bracciano Ambiente Spa, sul presupposto che il predetto non avrebbe soddisfatto le esigenze operative dello smaltimento del percolato prodotto in discarica; costi extra sostenuti dalla Bracciano Ambiente spa per lo smaltimento da parte di operatori esterni, delle quantità di percolato eccedenti quelle trattate dall’impianto in questione; maggior costo di personale, dovuto alla presenza di una unità lavorativa presso l’impianto di trattamento del percolato.
La richiesta complessiva di danno prodotto sarebbe di 1.285.000 euro. E’ stata chiaramente presentata a riguardo una memoria difensiva nel giudizio di responsabilità, che si svolgerà verso la metà del mese di maggio, nella quale si contesta punto per punto il contenuto dell’atto di citazione”.
Qual è la situazione amministrativa del Comune di Bracciano? Ci sono altre indagini?
“Bisogna separare la situazione amministrativa dalle indagini. L’Amministrazione procede serenamente nel proprio lavoro istituzionale, cercando di finalizzare in questo ultimo scorcio di legislatura il programma di governo proposto. Certo in un clima di così grande aggressione da parte di qualche professionista della denuncia, che non ho ancora capito bene a cosa miri, non permette di svolgere il ruolo di amministratore con serenità. Quando poi si vuole colpire l’apparato burocratico-amministrativo del Comune, e in particolare qualche dirigente, allora mi faccio una domanda: cui prodest? Per quanto riguarda indagini in corso, la magistratura svolge il proprio lavoro avendo l’obbligo dell’azione penale quando vengono ricevute denunce e comunicazioni quotidiane. Amministratori e dipendenti del Comune hanno il diritto di difendersi e di provare la propria estraneità a tutti i fatti che si contestano: personalmente ho in piedi un giudizio per abuso in atti di ufficio, ad oggi l’unico procedimento giunto alla fase del dibattimento, per aver inviato una lettera ad un cittadino, comunicandogli quale dovesse essere il percorso per risolvere un contenzioso urbanistico relativo ad una pratica presentata nel 2005 (Amministrazione Negri). Attendo la definizione del procedimento stesso, che non so quando si concluderà: sono molto tranquillo e sereno, consapevole della inconsistenza dell’accusa contestata e cioè che con la lettera inviata avrei effettuato “ un atto di gestione anziché di indirizzo, quale compete all’amministratore”. Tengo a precisare che ad oggi, nonostante il numero esorbitante di denunce presentate alla Procura della Repubblica da un consigliere di opposizione, da associazioni o da cittadini singoli, non esiste una sola condanna definitiva che abbia interessato amministratori o dipendenti. Allora ripeto nuovamente la domanda: cui prodest? Posso affermare invero che a Bracciano, per taluni personaggi, la denuncia penale o alla giustizia contabile, sono diventati gli strumenti della battaglia politica. Il nostro Comune è amministrato da persone perbene, così come sono persone perbene i dipendenti: tutti possiamo incorrere in errori di carattere amministrativo, ma parlare di ipotetici reati necessita il dolo e questo elemento, ad oggi, non è mai stato rilevato, tanto è vero che ad oggi tutte le indagini e i successivi procedimenti hanno portato ad archiviazioni, proscioglimenti o assoluzioni”.
Intercettazioni, perquisizioni, indagati. Un clima pesante che rischia di compromettere il governo della città.
“E’ esattamente questo il nostro pensiero. Quando quotidianamente in un Comune si presentano rappresentanti delle Fiamme Gialle inviati dalla Procura di Civitavecchia a sequestrare pratiche e faldoni per conto dei Pubblici Ministeri, chiaramente il clima non è sereno e soprattutto viene limitata o addirittura paralizzata la quotidiana attività lavorativa, senza contare la pressione psicologica e il propagarsi di notizie – spesso ingigantite ad arte – che giungono all’opinione pubblica. Fare oggi l’amministratore di una cittadina, con i problemi economici e le scarse risorse disponibili, è già di per sé molto complicato: quando poi il clima diventa pesante a causa di ricorrenti denunce che vengono fatte, bisogna possedere una grande serenità interiore e un grande senso dell’equilibrio per poter continuare l’impegno assunto”.
Bracciano Ambiente e impianto di Cupinoro: come si procede tra autorizzazioni e ricorsi al Tar?
“Altro argomento scottante, che fagocita le cronache giornalistiche di tutte le testate locali, pronte a pubblicare quasi quotidianamente articoli di associazioni salvifiche per Bracciano o di rappresentanti cosiddetti “politici”, che ci vogliono spiegare come si risolvono i problemi senza conoscere peraltro la storia della discarica di Cupinoro, iniziata nel lontano 1991. Sulla discarica di Cupinoro e sulla sua chiusura sono state fatte delle battaglie, sicuramente legittime, da parte di associazioni ambientaliste e di amministratori. Verifico comunque che Cupinoro è , per alcuni, un elemento di esistenza in “vita”, visto che dal 31 gennaio 2014 la discarica non riceve più conferimento di rifiuti!
In merito alla discarica, inoltre, la Bracciano Ambiente ha richiesto l’adeguamento del bacino di Cupinoro al D.Lgs. 36/2003 cioè, in parole più semplici, ha chiesto l’emissione del decreto di definitiva chiusura del sito coltivato, presentando un progetto di conformazione morfologica in discussione nella conferenza dei servizi promossa dalla Regione Lazio. Intanto la municipalizzata, con grandissime difficoltà, continua con la gestione post operativa del sito, anche di quella parte di competenza dei privati, che avevano l’obbligo, a norma di legge, di effettuare la gestione post operativa dei bacini loro autorizzati e di presentare le garanzie finanziarie per tale gestione post operativa. Vedremo come andrà a finire. Comunque l’impegno dell’Amministrazione è pressante e quotidiano, anche nell’incalzare gli organi sovracomunali, che necessariamente sono coinvolti perché titolati al rilascio di qualsivoglia autorizzazione”.
Ospedale “Padre Pio” : dopo la sentenza del Tar si aprono nuove prospettive per la struttura sanitaria?
“Non condividendo le strategie proposte dalla Regione e dalla Asl RmF, abbiamo presentato il ricorso al Tar del Lazio, insieme ad altri quattro Comuni, per l’annullamento del decreto che, nei fatti, cancellava l’ospedale di Bracciano dal circuito dell’emergenza e dell’urgenza, trasformandolo non si comprende bene in cosa. Dopo il risultato positivo del Tar, i Comuni ricorrenti hanno incontrato i rappresentanti regionali della Cabina di Regia sulla Sanità, unitamente alla dirigenza della Asl RmF. L’incontro ritengo sia stato, per la prima volta, costruttivo e soddisfacente in quanto abbiamo raggiunto un’intesa che prevede l’emissione di un nuovo Decreto del Commissario ad acta che modifichi il precedente e riporti, sostanzialmente, il “Padre Pio” di Bracciano nel novero di un ospedale di Pronto Soccorso, reinserito nel circuito dell’emergenza e dell’urgenza. Si è concordato che ci siano 45 posti letto per acuzie, suddivisi in 20 di medicina e 15 di chirurgia e 10 di ortopedia, n.5 posti di osservazione breve, oltre a n.10 posti di week surgery, che consente di effettuare interventi chirurgici e/o procedure invasive con degenza limitata di pochi giorni (massimo quattro notti di degenza). Come sindaci abbiamo dichiarato, nel corso di quell’incontro, che siamo disponibili a ritirare il ricorso al Tar e la discussione di merito che si terrà a luglio, solamente allorquando sarà emesso il nuovo DCA che sancisca quanto concordato. In ultimo, mi sembra doveroso affermare che si poteva arrivare alla stessa conclusione se si fossero recepite in tempo le nostro proposte, ma comunque oggi mi ritengo soddisfatto e sono contento che si torni al confronto in merito ad una materia, come la sanità, che ha e deve avere, come unica finalità, quella di garantire dei livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini, in qualunque territorio vivano”.
Luca Cesari