“In questi anni la nostra associazione è sempre stata fonte di notizie positive riguardanti tanti progetti sociali realizzati con successo grazie all’impegno e la passione di tante persone. Questa volta invece siamo costretti a condividere con voi una notizia dolorosa: “Nessuno si Salva da Solo” – il progetto di scambio e riuso di abiti e accessori per bambini da 0-12 anni attivo da due anni- che soddisfa i bisogni di oltre 200 famiglie in difficoltà economica del territorio è da oggi sospeso.
Il progetto tornerà ad essere operativo solo quando il Comune di Ladispoli riuscirà a individuare una sede idonea e definitiva per un’iniziativa tra le più virtuose realizzate in questi anni nella nostra città.
Questa decisione sofferta avviene dopo che il Comune ci ha chiesto di sgomberare temporaneamente una
parte dei locali del retro palco del Teatro Massimo Freccia – dove il progetto viene svolto – per permettere la realizzazione dell’imminente Street Art Festival.
Secondo gli accordi presi qualche tempo fa con l’Assessorato alle Politiche Culturali questo sgombero
temporaneo doveva interessare solo una piccola parte dei locali, ma con grande stupore ieri mattina un
responsabile del Comune ci ha comunicato che lo spazio che serviva doveva essere molto più grande.
Questa richiesta per noi è inaccettabile perché significherebbe spostare – solo per una settimana – centinaia di scatoloni contenenti oltre 30.000 vestiti raccolti per poi ricollocarli nello stesso posto una volta terminata la manifestazione. Un lavoro oltremodo dispendioso per i nostri volontari.
Quello che forse il Comune non comprende – nel momento in cui ci chiede di spostare gli scatoloni catalogati- è l’enorme lavoro (totalmente gratuito) che c’è dietro a “Nessuno si Salva da Solo”. I nostri volontari ogni settimana dividono centinaia di vestiti inventariandoli per taglie, sesso, stagioni e tipologie di abito riponendoli con una logica ben precisa nelle scatole. Ogni spazio occupato ha un senso e questo sgombero comprometterebbe tutto il lavoro svolto in questi mesi.
Inoltre, questa decisione rallenterebbe il servizio in un periodo nel quale invece siamo costretti a fare turni serali per garantire la distribuzione dei kit ai tanti bambini che seguiamo e che aumentano ogni giorno.
Ma quello che più ci ferisce in tutta questa storia è la totale sottovalutazione che questa Amministrazione ha dimostrato nei confronti di un progetto sociale che al contrario andrebbe valorizzato e messo nelle condizioni di crescere e svilupparsi al meglio. Sono mesi che chiediamo un incontro per trovare una sede definitiva a “Nessuno si Salva da Solo”. Perché siamo i primi a non volere occupare uno spazio – come il retro di un teatro – adibito ad altra destinazione d’uso e che non è per nulla adatto per poter svolgere un servizio come il nostro.
Qualche mese fa avevamo proposto in accordo con altre associazioni una “Cittadella della Solidarietà”, uno spazio fisico nel quale poter riunire una rete di enti ed operatori del terzo settore. Dopo una prima riunione nella quale tutti gi amministratori – a partire dal sindaco – hanno appoggiato calorosamente l’idea, nessuno però ci ha più convocato per dare seguito all’iniziativa.
L’episodio dello Street Art Festival è quindi per noi solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso fatto forse di troppe promesse, tante pacche sulle spalla e mai una vera soluzione a un problema reale: una sede idonea per un progetto che merita rispetto e considerazione.
Siamo stanchi e arrabbiati. Lo vediamo soprattutto nelle facce delle tante volontarie che ogni settimana, tra mille impegni, non mancano mai all’appuntamento con “Nessuno si Salva da Solo” dimostrando di credere realmente nella solidarietà come strumento rifondativo della nostra comunità. Ed è soprattutto per il rispetto che nutriamo verso l’impegno impagabile di queste meravigliose persone che chiediamo a questa Amministrazione di intervenire e trovare al più presto una soluzione concreta al nostro problema. Siamo i primi a comprendere che la crisi economica ha strozzato gli enti locali ma non riusciamo davvero a credere che un Comune di 40.000 abitanti non possegga risorse o strutture per stabilizzare un progetto come il nostro.
Siamo bravi, ce lo dicono in tanti, soprattutto i politici, ai quali però ricordiamo che non siamo pacchi da
spostare alla prima evenienza o peggio ancora animali da fiera da mostrare quando fa più comodo. Noi siamo- insieme a tante altre associazioni del territorio – gli elementi più vitali di questa comunità, gli assi portanti che tengono a galla una città che ogni giorno di più rischia di disgregarsi e affogare nel mare dell’egoismo e dell’apatia. Solo per questo desideriamo rispetto e, prima che sia troppo tardi, una risposta.”
Gianfranco Marcucci, Presidente Animo Onlus