«Si continuerà a partorire a Tarquinia. Il reparto di ostetricia e ginecologia rimane aperto. Dal 1° luglio sarà attivo anche quello dell’ospedale di Civitavecchia. In seguito il nostro reparto disporrà di tre medici e ostetriche per garantire il servizio, insieme alla casa del parto».
Lo comunica il sindaco Mauro Mazzola, che ha partecipato questa mattina a Roma alla riunione della Cabina di Regia SSR, con il dirigente Alessio D’Amato e i direttori generali delle Asl di Viterbo e Roma F Luigi Macchitella e Giuseppe Quintavalle.
«Un incontro forte e duro che ha dato risultati positivi, anche grazie all’impegno del consigliere regionale Enrico Panunzi. – prosegue – Urge a breve un progetto serio sull’intero ospedale, che sia condiviso con le istituzioni locali, il territorio e i cittadini che lo abitano e punti a creare delle unità di eccellenza. Confermo che non sono contrario alla casa del parto e che ritengo fondamentale la collaborazione con l’ospedale di Civitavecchia. Il San Paolo rispetto al nostro presidio ha a suo favore la rianimazione e la pediatria. Si deve quindi iniziare a ragionare con più larghe vedute e a intraprendere un’azione sinergica tra i due Comuni.
Altrimenti entrambi i reparti rischiano di chiudere per il numero di nascite, che è notevolmente inferiore a quanto previsto dalla legge e a garantire gli indispensabili standard di sicurezza per le partorienti e i neonati». Il sindaco Mazzola torna a chiedere un ospedale del comprensorio: «Occorre per il futuro una nuova struttura tra Tarquinia e Civitavecchia. Un presidio di eccellenza del litorale, che risponda alle esigenze di un territorio vasto e sia in grado di frenare la mobilità passiva e di attrarre l’utenza delle regioni limitrofe. È la strada, l’unica, da perseguire, se non si vogliono perdere entrambi gli ospedali. E da parte della Regione Lazio c’è stata un’apertura al riguardo».