Signor Mauro Negretti, assessore all’urbanistica di Bracciano,
la Comunità di Montebello è allibita e addolorata per la sua lettera rabbiosa, fuori misura e irriconoscibile in un Politico di razza dall’aplomb inglese. Noi si riteneva che ella dovesse non vilipendere, ma lodare i diritti di Cittadinanza attiva, che da anni noi perseguiamo, pagando un prezzo altissimo sulla nostra pelle e col nostro portafoglio. Tali diritti sono peraltro nel dna della sua parte politica, che noi abbiamo fortemente contribuito a far vincere nel 2012, consentendole l’ascesa a Consigliere e ad Assessore. Poiché non siamo dunque suoi “nemici”, ma “elettori”, non la sfiora il dubbio che la sua linea politico-amministrativa sia profondamente sbagliata?
Tralasceremo l’amara storia di Montebello, tacendo che il Lottizzatore doveva completare, collaudare e trasferire al Comune le opere d’urbanizzazione fin dal 1991; che nel 1996 la Giunta Sala gli donò una prima proroga ultimativa fin al 30 luglio 2000; che nel 2000 gli donò una seconda proroga ultimativa di due anni; che nel 2002, alla vigilia delle amministrative, gli donò una terza proroga ultimativa di sei mesi; che nel 2009 gli offrì la scialuppa d’una possibile quarta proroga ultimativa, purché ultimasse almeno l’asfalto di via delle Ginestre. Tempo perso. Il Lottizzatore acchiappò le concessioni, introitò lauti profitti, ma rimase al palo il completamento ex lege delle opere d’urbanizzazione, pagatogli due volte: dal Comune con la rinuncia agli oneri d’urbanizzazione, e dagli Acquirenti col rogito.
Nel frattempo il Tar dava 7 volte torto al Lottizzatore, per 5 concessioni respinte, per alcune opere abusive, per il passaggio al Comune di aree verdi e strade. Scoppiava inoltre l’affair del ristorante costruito in parte su verde pubblico e su strada, e difforme persino dalla discutibile concessione. Per le fidejussioni la causa andrà a sentenza fra tre anni a Civitavecchia.
Se tutto ciò è vero, signor Assessore, che ci azzeccava la sua delibera d’intenti? E tuttavia, pur nutrendo gravi perplessità, noi non ci si sottrasse al confronto: siamo Lavoratori e Pensionati responsabili noi, che coi sacrifici d’una vita abbiam coronato il sogno d’una prima ed unica casa. Non ritiene che ciò meriterebbe più rispetto proprio da lei, che è di Sinistra?
Sorvoliamo sulla sua frequente amnesia che il nostro è un Sindacato regolarmente registrato, il cui ruolo istituzionale di rappresentante degli interessi del quartiere fu riconosciuto da una delibera unanime del Consiglio comunale con la sua firma in calce, nonché della Giunta comunale, dalla Regione, dal Parlamento, dal Governo, dal Tar, dal Consiglio di Stato, dalla stampa nazionale e locale. Ma tant’è.
Eccoci adesso al trilateral del 25 giugno. Quel giorno noi demmo un assenso di massima a una delibera d’intenti, la cui copia le fu prestata dall’arch. Curatolo, oggi tecnico del Lottizzatore. Lei ci lesse frettolosamente quel testo e noi ci riservammo il giudizio definitivo per quando ce ne avesse data una copia. Lei promise di farcela pervenire via mail entro il pomeriggio. E invece non ci pervenne né il pomeriggio, né nei giorni successivi. Io ebbi la ventura di ottenerla brevi manu soltanto al quinto giorno, avendo casualmente rintracciato lei nel suo ufficio comunale. Fu grande allora la nostra sorpresa nel constatare che tale copia disattendeva le nostre posizioni irrinunciabili, più volte comunicatele per iscritto. Con la congiunzione “e”, non seguita dall’avverbio “successivamente”, le opere d’urbanizzazione non erano più propedeutiche alle concessioni edilizie, ma contemporanee. Non basta. Con la dizione “qualora possibile” restava nel vago la preventiva remissione di tutto il contenzioso. Né si faceva cenno all’impossibilità giuridica di aumentare le cubature e di ridurre l’importo delle fidejussioni. Dulcis in fundo, nel convegno del 27 con l’archistar Portoghesi, il Lottizzatore fece lealmente intendere che non aveva alcuna voglia di metter mano al completamento delle opere d’urbanizzazione, senza copiosi profitti.
L’improvvisa metamorfosi ci indusse a scrivere con urgenza due diffide: ai Componenti la Giunta ed ai Consiglieri di Maggioranza, specificando i motivi del nostro pollice verso. Le chiediamo sommessamente, signor Assessore: chi aveva rotto le trattative?
Per carità di patria non infieriamo ulteriormente, ricordandole che il suo Sindaco, ritenendolo impreciso, rimaneggiò ampiamente il suo testo, avvicinandolo alle nostre posizioni. E decise che esso andasse sottoposto alla Maggioranza, non alla Giunta, per trasmetterlo poi al Consiglio comunale… Ma, ma, ma… Alla riunione della sua Maggioranza, svoltasi in sua assenza mercoledì 8, alle ore 18,30, anche il testo migliorativo del Sindaco fu accantonato, argomentando che non c’era una richiesta esplicita del Lottizzatore inadempiente; né era ammissibile dargli un’ennesima (e inutile) ciambella, che peraltro avrebbe provocato risse con gli altri Lottizzatori.
Ciò posto, non pensa che la sua lettera a L’Agone-on-line si dovesse indirizzare non a noi, ma al suo Sindaco e alla sua Maggioranza, traendone tutte le conseguenze politiche?
Ci pare un po’ strano, infine, il motivo della sua “scomparsa” al convegno del 27, organizzato non da noi, ma da un benemerito sodalizio come i Lyons. Anche il Sottoscritto, relatore ufficiale, rimase in platea, insieme all’on. Miccoli, il più alto di grado, e al Lottizzatore. Nessuno se ne lamentò. Eccetto lei. Con delusione del pubblico, che attendeva, come da manifesto, le sue analisi conclusive.
Ci permetta un consiglio fraterno. Invece di cimentarsi in improbabili delibere d’intenti, provi a ricucire il feeling con gli Elettori. Non li recupererà, mi creda, con le ingiurie.
Amedeo Lanucara
Presidente del Comitato “Villaggio Montebello”