«L’annuncio da parte del Governo di una norma per l’abolizione generalizzata della tassazione sulla prima casa va accolto positivamente e potrebbe contribuire a una più decisa ripresa dei consumi da parte delle fasce di reddito medio-basse, quelle colpite con maggiore durezza dalla crisi degli ultimi anni. Il provvedimento, però, va necessariamente accompagnato da una riforma del catasto, senza la quale qualsiasi misura risulterebbe incompleta e priva di efficacia».
Lo dichiara l’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università La Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA.
«Portando a termine la più volte annunciata revisione catastale – prosegue Simoncini – si sanerebbe una situazione anomala che si trascina da decenni, si avrebbe un quadro finalmente chiaro delle abitazioni di lusso che rimarrebbero fuori dal provvedimento di azzeramento della fiscalità, si otterrebbe una maggiore equità sociale e il mercato immobiliare avrebbe una certezza in più da cui ripartire. L’auspicio è che il Governo, che sembra avere definitivamente messo da parte il progetto dopo averlo a lungo sbandierato, torni sui propri passi, comprendendo come il problema fossero i criteri con cui erano stati individuati i parametri per la rimodulazione catastale e non il provvedimento in sé».