La commissione Politiche sociali e Salute, presieduta da Rodolfo Lena, ha ascoltato in audizione il sub commissario per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Lazio,Giovanni Bissoni, per illustrare i criteri alla base del decreto 332 adottato lo scorso 13 luglio sulla definizione del livello massimo di finanziamento per l’anno 2015 alle strutture pubbliche e private accreditate (i cosiddetti budget annuali). Una delle principali novità, l’introduzione di un monitoraggio dell’attività svolta da ciascuna struttura sulla base dei volumi e degli esiti degli interventi. Attenzione centrata su cinque indicatori già individuati per tutte le strutture pubbliche: colecistectomia laparoscopica, intervento chirurgico per frattura di femore, infarto miocardico acuto, bypass aorto-coronarico, angioplastica coronarica percutanea. È stato stabilito inoltre che le strutture che nel 2014 hanno fatto registrare meno di 500 parti non potranno svolgere attività ostetriche a partire dal secondo semestre 2015, con conseguente mancata contrattualizzazione. Tra gli allegati del decreto, la Regione Lazio propone un proprio modello di analisi per la revisione delle soglie di durata di degenza dei ricoveri di riabilitazione ospedaliera, che recepisce l’impianto originario del modello proposto dal Ministero, adattandolo al contesto territoriale. La metodologia regionale è basata sulla ricostruzione del percorso individuale del paziente e sulla classificazione delle patologie riscontrate.
I rappresentanti di opposizione, a partire dal vicepresidente della Commissione, Antonello Aurigemma (Pdl-FI), hanno lamentato la scarsa tempestività con cui il decreto è stato posto a conoscenza dei consiglieri dal momento della sua emanazione. “In molte strutture – ha spiegato – si rischiano pesanti ripercussioni sul personale in presenza di tagli fino al 20%”. Davide Barillari (M5S) ha quindi chiesto “come mai la definizione del budget 2015 arrivi a luglio, a metà anno, quando tante prestazioni sono già state erogate”.
Il presidente Rodolfo Lena ha sottolineato l’importanza del privato accreditato che, insieme al pubblico contribuisce a garantire il funzionamento del Sistema sanitario regionale di qualità: “Bisogna sempre tutelare il personale, perché rappresenta il cardine essenziale del sistema, la forza lavoro attraverso la quale si erogano servizi, talvolta di eccellenza. I budget però non devono essere considerati un’entrata fissa, stabile, perenne nel tempo da ciascuna struttura. E non è giusto che siano i lavoratori a pagare eventuali tagli di budget che in futuro auspico saranno determinati dalla revisione del fabbisogno sociosanitario, nonché da una migliore armonizzazione territoriale delle prestazioni a carico del Ssr. Fondamentale a tale riguardo la funzione di programmazione e controllo della Regione”. Ribadita l’esigenza, da parte della Commissione, di essere messa a conoscenza con maggiore tempestività dei decreti in via di adozione dalla struttura commissariale.
L’audizione ha rappresentato anche l’occasione per consentire al sub commissario Bissoni di relazionare sugli esiti dell’ultimo tavolo di verifica con il governo sull’attuazione del Piano di rientro. “Il disavanzo del 2014 – ha spiegato – è stato pari a 367 milioni di euro. Significa che in un anno è stato dimezzato. Al via quindi una nuova fase per dare ulteriori servizi ai cittadini e per far funzionare a pieno regime la sanità che in questi due anni è stata completamente riorganizzata. Dal secondo semestre 2015 – ha continuato – si passa inoltre dal 15% al 30% delle deroghe sul turnover. Nel 2016 sarà avviato un piano triennale per la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato: sul percorso di stabilizzazione la Regione ha firmato un importante protocollo con le organizzazioni sindacali”.
“Passiamo da una fase in cui dettavano legge le esigenze economico-finanziarie a una fase in cui possiamo programmare e progettare un modello sanitario a partire dai livelli essenziali di assistenza”, ha concluso il sub commissario.