“Ci sono voluti tre anni, ma alla fine la Regione Lazio, con la delibera di Giunta Regionale n.383 del 28 Luglio 2015, annulla le delibere n.13 e 37 sull’urbanistica che l’Amministrazione Stefani aveva approvato nel 2012, unitamente ad altre due delibere correlate, la n. 3 e 4 del Febbraio 2013.
Non è il classico “fulmine a ciel sereno”, perché nel corso di questi tre anni la Regione stessa aveva più volte sollevato dubbi sulla legittimità dei provvedimenti e chiesto chiarimenti, spinta in questo anche dalle tante sollecitazioni dei gruppi consiliari di minoranza che fin dalla loro pubblicazione ne avevano evidenziato i tanti lati oscuri. Un lavoro portato avanti congiuntamente con il circolo “Sandro Pertini”, che evidentemente ha convinto i funzionari regionali, che hanno dapprima chiesto il ritiro degli atti e poi, vista l’inadempienza comunale, hanno proceduto d’ufficio.
Con il provvedimento di annullamento, che la Regione Lazio dispone per la prima volta, si chiude una delle pagine più controverse dell’operato dell’Amministrazione Stefani, caratterizzata da una politica di gestione del territorio decisamente spregiudicata e dalla presenza di dubbie figure tecniche di consulenza alle quali il Sindaco ha dato piena libertà di intervento per gran parte del suo mandato. Il contenuto della delibera non lascia spazio a dubbi circa le motivazioni che hanno portato ad un così pesante provvedimento. Secondo la Regione, quelle quattro delibere di Consiglio hanno proceduto ad una illegittima riclassificazione delle aree della Riserva Regionale Naturale Monterano, per estendere l’applicazione del “Piano casa” all’interno dell’area protetta.
Così come appare decisamente più inquietante la conclusione secondo la quale “… l’introduzione delle deliberazioni consiliari in argomento hanno profondamente ed illegittimamente alterato il quadro normativo…“ e “… che le citate deliberazioni comunali contrastino con le fondamentali norme in materia di pianificazione urbanistica (l. 1150/1942), paesaggistica (d.lgs. 42/04) e di aree protette regionali (l.r. 29/1997), e costituiscano un vero e proprio ordinamento giuridico parallelo che fungono da illegittimo supporto normativo per il rilascio di titoli abilitativi edilizi e paesaggistici”.
Qualcosa di più, quindi, di una semplice “bocciatura tecnica”, ma accuse chiare e pesanti, che lasciano il paese nella più totale incertezza dovuta al vuoto normativo nell’edilizia e nell’urbanistica del Comune di Canale Monterano, oltre alle potenziali azioni di ricorso da parte di cittadini, i quali, in alcuni casi, oltre ad aver sostenuto spese anche importanti, si ritrovano con le proprie licenze edilizie sui tavoli delle autorità giudiziarie.”
Circolo PD “Sandro Pertini” di Canale Monterano.