“Come ambientalista apprezzo moltissimo l’intervento di Papa Francesco al meeting internazionale “Giustizia Ambientale e Cambiamenti Climatici – Verso Parigi 2015”, che avviene a poco più di due mesi dall’Enciclica “Laudato sì”.
Anche questa volta il Papa ha rivolto l’invito a tutti, in particolare ai governanti dei Paesi, a fare giustizia ambientale e a non far fallire l’appuntamento di Parigi”. Lo dichiara la consigliera regionale Cristiana Avenali, in occasione dell’incontro di oggi in Vaticano dove hanno partecipato numerosi esperti mondiali sul clima. “Il meeting inaugura un percorso che, passando per l’Assemblea Onu, porterà alla Conferenza sul clima di Parigi, momento storico per arrivare a un accordo vincolante che impegni tutti i Paesi a limitare le emissioni di Co2 per scongiurare il surriscaldamento globale, a favorire la sostenibilità energetica e a intervenire con nuove leggi che impediscano lo spreco di risorse.
Dobbiamo attuare strategie di adattamento e mitigazione per rafforzare la resilienza al cambiamento climatico e ridurre i costi della gestione di tali rischi”. Per la consigliera Avenali da sempre impegnata nella lotta per la tutela dell’ambiente non è più il tempo delle parole, occorre che l’impegno sia congiunto a livello mondiale e sia concreto a livello locale. “Il clima proprio come ha detto Papa Francesco è fortemente minacciato – prosegue la consigliera – e credo che lo sia soprattutto dalle attività umane che nell’ultimo secolo hanno favorito un aumento pericoloso della temperatura globale”. In base al Quarto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), nell’ultimo secolo (1905-2005) la temperatura media della Terra è aumentata di 0,74 °C, mentre nei decenni precedenti al 1950 è aumentata a un tasso medio inferiore allo 0,06 °C per decennio. Il decennio 2002-2011, ad esempio, è stato di 0,47 °C più caldo del periodo di riferimento 1961-1990. Secondo molti studi sul tema, entro la fine del XXI secolo l’aumento della temperatura media globale potrebbe raggiungere i 4 gradi.
Gli impatti sarebbero devastanti in particolare per i Paesi più poveri con conseguenze di sfollamento e ondate migratorie, i cosiddetti “climate refugees”. “Ribadisco ancora una volta l’importanza di un Green Act per l’Italia e per la nostra Regione, percorso sul quale sto lavorando con un complesso di proposte legislative e interventi, intesi come indirizzo per azioni concrete e investimenti da fare per fronteggiare il dissesto idrogeologico, promuovere la mobilita’ sostenibile e l’utilizzo di fonti alternative e assicurare una corretta gestione dei rifiuti” – conclude Avenali.