“Morire in casa, da soli, senza che nessuno se ne accorga. Le cronache di questi giorni hanno raccontato episodi di estrema solitudine finite in tragedia. La prima a Ponte di Nona (la donna era addirittura deceduta due anni fa) e la seconda a Pietralata.
Una capitale che punta a diventare modello di solidarietà, non può permettersi di abbandonare le persone che, per diversi motivi, non hanno più legami familiari o che sono emarginate. Certo, non è sempre facile censire o individuare questa fetta di popolazione che vive a Roma, anche perché tra loro c’è chi non vuole saperne di intessere relazioni. Ma ugualmente dobbiamo offrire loro una risposta. Per questo proporrò nei prossimi giorni un progetto denominato “Bussa alla porta accanto”, destinato a tutti i romani e alle romane che vivono nei condomini.
A loro chiederemo un gesto molto semplice, ma altrettanto efficace: bussare alla porta di un anziano, di un’anziana, di una persona in difficoltà o di un disabile che vive da solo nello stesso palazzo e chiedere, almeno una volta al giorno se ha bisogno di qualcosa. Avremo così la possibilità di monitorare la situazione dello stato di indigenza e, al tempo stesso, di intervenire nei casi più difficili. Non ultimo, faremo in modo che in una moderna capitale europea non accadano più casi morti di silenziose nella piena indifferenza di chi ti vive accanto.”
Daniela Tiburzi, Presidente Commissione Politiche Sociali e della Salute di Roma Capitale