“Non mi sentirete mai dire che i dipendenti pubblici sono più o meno qualificati a seconda dell’Ente da quale provengono. La tracotanza politica di Francesco Storace, invece, lo obbliga a fare distinzioni, che oltre ad essere offensive, provengono dalla più bieca storia classista e discriminatoria. Una cultura che respingo con forza, giustificata solo dal fatto che non conosco i meriti professionali lavorativi di Storace, che non perde occasione di collezionare brutte figure nei confronti di chi si impegna seriamente, come i dipendenti delle Province.
Chiedete ai Sindaci dei territori, di come gli Enti di area vasta hanno nella maggior parte delle volte aiutato i Comuni, in un lavoro di coordinamento, supporto e sostegno, nei settori della viabilità, scuole e sociale, che ha risolto molti dei problemi dei nostri cittadini. Mi spiace che il dibattito politico, si riduca a veri e propri scatti di ira nei confronti di chi quotidianamente si adopera per mandare avanti la macchina amministrativa. I grandi esempi di virtuosità delle Province del Lazio, sono lo specchio nel quale Storace non può guardare. Metterli alla berlina, considerandoli, un fardello e non una risorsa, mette in chiaro di quale pasta politica è fatto Storace.
A quei dipendenti delle ex Province, che ora saranno dislocati nell’Ente regionale, auguro, oltre che un buon lavoro, anche la certezza che troveranno il giusto riconoscimento della loro professionalità, che Storace ha mortificato con le sue parole”.
A dichiararlo: Gemma Azuni, delegata della Città metropolitana di Roma Capitale.