20 Dicembre, 2024
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Asl Roma F: Prevenzione tumori, anche a Bracciano ‘Ottobre Rosa’ continua fino a Dicembre

La novità che ci interessa più da vicino riguarda il nostro ospedale Padre Pio: con la riapertura a tutti gli effetti della Chirurgia siamo in grado di fornire tutta l’assistenza possibile, dalla prevenzione alla terapia chirurgica, alle donne affette da noduli mammari ma in particolar modo a quelle colpite da carcinoma .

E’ stato attivato un ambulatorio  che effettua visite senologiche il lunedì mattina previa prenotazione al CUP, in collaborazione con la Radiologia eseguiremo agoaspirati mammari, mentre in Chirurgia saranno eseguiti interventi chirurgici sia in regime di Day Surgery (con ricovero di 1 giorno) o, nei casi necessari, con ricovero ordinario della durata massima di 3-4 giorni.

Avremo anche la possibilità di eseguire interventi conservativi, effettuando direttamente esami istologici estemporanei ed utilizzando la metodica della biopsia del linfonodo sentinella, per poter evitare  in molti casi l’asportazione di tutti i linfonodi ascellari.

Prevenzione quindi, ma anche diagnosi precoce, le armi più importanti che ci permettono di combattere e di sconfiggere il cancro della mammella.Secondo gli ultimi dati statistici, diffusi da alcune società mediche accreditate, nel corso del 2014 sono stati diagnosticati in Italia circa 48.000 nuovi casi di tumore della mammella nelle donne e circa 1000 casi nell’uomo.

Vi è senza dubbio un forte aumento nell’incidenza di tale tipo di tumore: basti pensare che alla fine degli anni ‘90 venivano diagnosticati 30.000 casi l’anno e dieci anni fa le statistiche indicavano in 35.000 i nuovi casi di tumore della mammella.

Statisticamente parlando una donna su 8 può ammalarsi di tumore della mammella nell’arco della sua vita.

Le cause sono molteplici,legate per lo più ad un generico incremento dei fattori inquinanti ambientali, l’obesità,il fumo, un’alimentazione ricca in grassi e proteine, fattori ereditari, terapie ormonali e uno scarso esercizio fisico.

Numerose terapie innovative in ambito chirurgico, radioterapico e farmacologico hanno consentito una diminuzione percentuale della mortalità per questo tipo di tumore:  in questi ultimi 20 anni, pur davanti ad un’incidenza aumentata di oltre il 50% nella diagnosi, la mortalità è rimasta pressoché stabile in termini numerici assoluti.

Non solo, ma la stessa sopravvivenza a distanza di anni è notevolmente aumentata, tanto che un tumore al I stadio di malattia è curabile, ma soprattutto guaribile, anche nel 90-95% dei casi.

Quali sono le armi a nostra disposizione per trattare una patologia che fino a non molto tempo fa veniva ingiustamente considerata nell’immaginario collettivo un male incurabile ?

La risposta è tutta rinchiusa una semplice parola: PREVENZIONE !!

E’ noto ormai da molto tempo che un tumore piccolo, al di sotto del centimetro di diametro, difficilmente può diffondere ai linfonodi ascellari, e tanto più il tumore è piccolo maggiore è la possibilità di guarire da questa malattia .

È possibile ridurre il proprio rischio di ammalarsi con un comportamento attento e con pochi esami di controllo :  è bene fare esercizio fisico  e alimentarsi con pochi grassi e molti vegetali (frutta e verdura, in particolare broccoli e cavoli, cipolle, tè verde e pomodori).

Anche allattare i figli  aiuta a combattere il tumore del seno, perché l’allattamento consente alla cellula del seno di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche.

La mammografia  è il metodo attualmente più efficace per la diagnosi precoce: le Linee Guida del Ministero della Salute suggeriscono di eseguire una mammografia ogni 2 anni, dai 50 ai 69 anni di età, ma la cadenza può variare a seconda delle considerazioni del medico sulla storia personale di ogni donna.

Nelle donne che hanno avuto una madre o una sorella malata in genere si comincia prima, verso i 40 anni. In anni recenti la discussione sulla utilità della mammografia (che individua molti tumori, come i carcinomi duttali in situ, che non avrebbero probabilmente bisogno di trattamenti aggressivi) ha portato molti medici a considerare la possibilità di suggerire età di esordio e frequenza della mammografia sulla base delle caratteristiche della singola paziente piuttosto che sulla base di linee guida e screening uguali per tutte.

L’ecografia  è un esame molto utile per esaminare il seno giovane, dato che in questo caso la mammografia non è adatta: è comunque consigliabile, su suggerimento del medico, in caso di comparsa di noduli.

La risonanza magnetica viene riservata ai seni molto densi , ai dubbi diagnostici,alle microcalcificazioni, sebbene possa essere di grande aiuto in casi specifici.

La visita: è buona abitudine fare una visita del seno presso un  chirurgo od un ginecologo esperti nel campo almeno una volta l’anno, indipendentemente dall’età.

L’autopalpazione: è una tecnica che consente alla donna di individuare precocemente eventuali trasformazioni del proprio seno.

La sua efficacia in termini di screening è però molto bassa: questo significa che costituisce un di più rispetto alla sola visita e alla mammografia a partire dall’età consigliata, ma non può sostituirle.

I test genetici per la ricerca dei geni BRCA1 e 2, responsabili di alcune forme ereditarie di cancro del seno, sono strumenti di prevenzione utili in situazioni particolari, in cui lo studio della genealogia di una persona evidenzia specifiche caratteristiche di trasmissione della malattia.

Prima di sottoporsi ai test genetici è necessario rivolgersi a un genetista esperto che confermerà o smentirà l’utilità dell’esame. In caso di positività è possibile rafforzare le misure di controllo con mammografie ed ecografie alternate ogni 6 mesi per identificare il tumore in una fase precoce qualora dovesse sfortunatamente presentarsi .

L’eventuale identificazione di noduli o formazioni sospette porta in genere il medico a consigliare una biopsia, che può essere eseguita direttamente in sala operatoria o in ambulatorio con un prelievo mediante un  piccolo ago inserito nel nodulo che consente un esame citologico o microistologico. Nel primo caso (esame citologico) si esaminano le cellule, nel secondo (microistologico) il tessuto: questi esami consentono sia di stabilire la natura della malattia sia, con la microistologia, di valutarne le caratteristiche biologiche.

Dott. Marco Benedetti,   Resp. Senologia ASL Roma F

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