5 Novembre, 2024
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Biodiversità: la Regione Lazio approva il piano risorse genetiche autoctone

È stato approvato oggi dal Consiglio regionale del Lazio il “Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario”. Il voto a favore della deliberazione consiliare ha dato il via libera al programma di interventi a tutela della biodiversità delle “risorse genetiche” tradizionalmente coltivate o allevate da almeno 50 anni nel Lazio(finora ne sono state censite 186 vegetali e 27 animali). Il piano, valido per il periodo 2015-2017, dovrà essere attuato all’Arsial. A carico dell’agenzia sarà una spesa annuale di 300 mila euro. Altre risorse finanziarie sono previste dai contributi dei programmi di sviluppo rurale (PSR) del Lazio del 2007-2013 e 2014-2020.

Il piano è stato illustrato dall’assessore Sonia Ricci. “È la traduzione di un principio europeo”, ha specificato la responsabile per l’agricoltura della giunta Zingaretti. Un principio che affonda le radici nella convenzione sulla biodiversità di Rio de Janeiro del 1992. Sarà compito dell’Arsial definire i piani operativi annuali, come ha ricordato l’assessore. Il piano approvato oggi fissa alcuni obiettivi generali. È prevista la prosecuzione delle indagini sul patrimonio genetico autoctono, sull’economia, sulla cultura e sul “saper fare” delle comunità che conservano queste specie. Continuerà a essere alimentato il registro volontario regionale, un elenco che va dall’albicocco di Monteporzio allo zucchino di Cerveteri.

Tra gli altri obiettivi figurano il miglioramento della rete di conservazione e sicurezza (costituita da 496 agricoltori e 661 allevatori) anche per poter ottenere i contributi del nuovo PSR 2014-2020. E ancora: la promozione di investimenti innovativi sul territorio in grado di produrre risultati immediatamente applicabili nelle aziende agricole e, infine, le azioni locali individuate da Arsial. Iniziative per conservare e promuovere “elevati livelli di diversità negli ecosistemi agricoli e semi naturali regionali” avviare anche su suggerimento di aziende, comunità e amministrazioni locali. Un esempio di queste, portato dalla stessa Ricci, saranno le attività di conservazione partecipativa, nelle quali gli scambi di conoscenze tra operatori faranno da strumento di formazione.

Il Consiglio ha precisato, accogliendo le modifiche suggerite da Fabrizio Santori e Luca Malcotti del gruppo Misto, che i 300 mila di spesa annua a carico di Arsial potranno coprire esclusivamente le azioni e gli interventi previsti dal piano e dai programmi operativi annuali. Santori, durante la discussione generale, è stato critico sulle spese dell’Arsial e ha auspicato l’abolizione dell’agenzia. A suo dire sono necessari maggiori controlli sull’operato dell’Arsial. “Nel leggere il testo – ha poi osservato nel dibattito iniziale Malcotti – si ha l’impressione che esso consista in un elenco di propositi facilmente condivisibili, tutti ragionevoli, ovvi e, aggiungo, inutili”. “Tutti i contenuti reali – ha aggiunto – vengono rimandati ai cosiddetti piani annuali”. Ma qui, per il consigliere del gruppo Misto, mancherebbe una definizione del perimetro degli interventi che sono nelle intenzioni dell’amministrazione e della Giunta. Accolti dall’Aula nove emendamenti sui 15 presentati da Santori e Malcotti.

Il piano era stato oggetto durante l’iter preparatorio di parere favorevole da parte dell’VIII commissione del Consiglio regionale, competente per l’agricoltura, presieduta da Mario Ciarla (Pd). In quella sede il Movimento 5 Stelle, con le consigliere Silvana Denicolò e Silvia Blasi, aveva ottenuto il voto favorevole su 13 proposte di modifica del testo, mentre una portava la firma diRosa Giancola e Riccardo Valentini, entrambi del Pd. Il testo, votato oggi, a fine luglio aveva ottenuto il via libera della commissione Bilancio, presieduta da Mauro Buschini.

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