Il 4 novembre è la giornata in cui si commemora la fine della Prima Guerra Mondiale e si onorano le Forze Armate.
Ricordiamo perché ripassando insieme un po’ di storia.
Era il 4 novembre del 1918 e la Grande Guerra, dopo più di 3 anni, era finalmente finita. Non solo, ma si era conclusa con la vittoria dell’Italia e dei suoi alleati.
La festa è stata istituita già l’anno successivo, il 1919, ed è l’unica festa che ha attraversato prima l’Italia Liberale, poi quella fascista ed infine quella Repubblicana.
In tutta la nostra Nazione si festeggia, nelle grandi città come nei piccoli paesi. Le manifestazioni più importanti si svolgono a Trieste, a Trento e a Roma, dove il Presidente della Repubblica depone una corona d’alloro ai piedi della statua del Milite Ignoto sull’Altare della Patria, a memento del sacrificio dei 6 milioni di vite perdute nella guerra del 15-18. La cerimonia si sposta poi al Sacrario di Redipuglia, dove sono conservate le spoglie di 100.000 caduti.
La piazza centrale di Bracciano dove ha sede il Comune si chiama piazza IV Novembre e proprio lì, questa mattina, si è svolta una splendida cerimonia.
Erano presenti il autorità civili e militari, e moltissimi cittadini.
La cerimonia inizia alle 10, sotto un sole quasi estivo.
Intorno al Monumento dei Caduti sono schierate le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, oltre alla rappresentanza delle forze armate locali. Il Comandante dell’Artiglieria e Ispettore dell’Arma di Artiglieria Gen. B. Fabio Giambartolomei, il sindaco di Bracciano Giuliano Sala ed il Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico “Ignazio Vian” depongono una corona d’alloro ai piedi del monumento.
Le forze armate presenti rendono onore ai caduti tramite il “Presentat-arm” .
Per la piazza si diffondono le note dell’Inno del Piave.
Il Comandante dell’Artiglieria e Ispettore dell’Arma di Artiglieria Gen. B. Fabio Giambartolomei prende la parola, leggendoci prima un sentito messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella e poi la motivazione della medaglia d’oro al Valor Militare del Tenente di Complemento Ignazio Vian, a cui è intitolato il Liceo di Bracciano.
Al termine della lettura, un volontario con un vassoio si avvicina al Monumento dei Caduti scortato da un secondo volontario per consegnare il tricolore ad un alunno del Liceo Vian.
La parola passa al Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico “Ignazio Vian”, la professoressa Mariacristina Cigliano, che ringrazia per l’onore ricevuto e ci tiene a sottolineare che gli studenti, i futuri cittadini italiani, non dovrebbero mai dimenticare l’esempio di Ignazio Vian.
L’ultimo intervento è quello del sindaco Giuliano Sala: “La Prima Guerra Mondiale è stata la prima occasione in cui l’Italia ha combattuto unita e compatta, senza distinzioni regionali, sociali o di ceto. Non dobbiamo dimenticare il sacrificio di quei soldati, che hanno concretizzato il sogno Risorgimentale di un’Italia finalmente unita. Ora il sogno è quello di un’Europa unita, che assicuri lavoro e dignità ai propri cittadini. Ricordiamo che la Costituzione italiana ripudia la guerra, ma che le nostre forze armate rappresentano la pace nel mondo.”
La cerimonia così si conclude.
Dopo aver ringraziato quanti sono intervenuti li si invita a visitare la sala museale sita in via Principe di Napoli n° 59, presso la Caserma Cosenz.
Il Liceo di Bracciano è intitolato ad Ignazio Vian, e a questo militare è stato reso omaggio durante la cerimonia. Ma quanti sanno chi era e cosa ha fatto?
In chiusura, mi permetto di regalarvi un piccolo ritratto di questo eroe.
Ignazio Vian nasce a Venezia il 9 febbraio del 1917, sul finire della Prima Guerra Mondiale. Quando non ha nemmeno 23 anni assiste allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Combatte con il grado di Tenente di complemento della Guardia alla Frontiera presso Boves.
Sapete che, firmato l’Armistizio, è continuata la guerra interna al nostro Paese per scacciare l’invasore nazista.
Vian da vita ad una delle prime formazioni Partigiane, che poi si unì al 1° Gruppo Divisione Alpina comandata da Enrico Martini e insieme combattono attivamente e con coraggio per rendere libertà e dignità agli italiani.
Il 19 aprile 1944, Vian viene arrestato dai tedeschi. Per quasi 3 mesi viene tenuto prigioniero e torturato per obbligarlo a fare i nomi degli altri partigiani.
Vian non cede ed i tedeschi, non avendo ottenuto nulla, lo impiccano ad un albero in una via centrale di Torino, il 22 luglio del 1944. Lì viene lasciato come monito.
Come spesso accade, questo atto di crudeltà gli si è ritorto contro. L’albero divenne presto meta di pellegrinaggio per tutti quelli che, come Ignazio Vian, vivono rispettando dei valori intoccabili. Sotto una sua foto, questa scritta: “Italiano ricordati le sue ultime parole:sangue di martiri, semenza di eroi.”
Monia Guredda