Il Consiglio regionale del Lazio ha celebrato oggi la “Giornata della Trasparenza”, secondo appuntamento dopo quello del primo dicembre dello scorso anno. Numerosi gli esperti del settore che hanno partecipato all’incontro, a cominciare da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, e Alfonso Sabella, magistrato ed ex assessore alla Legalità e alla trasparenza di Roma Capitale.
I lavori, coordinati dalla consigliera dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, Teresa Petrangolini, si sono aperti con il saluto del presidente Daniele Leodori, il quale ha auspicato che questo evento diventi un appuntamento fisso, “che il primo dicembre si possa tenere una giornata su questo tema che ha assunto una centralità assoluta per quanto riguarda le nostre istituzioni”. Dopo aver ricordato che l’anno scorso l’evento coincise con la vigilia di degli arresti dell’inchiesta su Mafia Capitale, il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato che da quel giorno “sono state portate avanti delle iniziative tese ad aiutarci a combattere il fenomeno della corruzione. Il Consiglio – ha ricordato Leodori – ha votato all’unanimità una legge intitolata ‘disposizioni a tutela della legalità e della trasparenza nella Regione Lazio’ all’interno della quale abbiamo deciso di non finanziare quei soggetti giuridici che hanno contribuito con più di 5 mila euro alle campagne elettorali”. Il presidente del Consiglio ha chiuso il suo intervento con l’auspicio che “questo lavoro non si esaurisca con degli atti, ma che sia coltivato anno dopo anno, amministrazione dopo amministrazione, per continuare a innaffiare questa piccola pianta che stiamo cercando di fare crescere”.
“Quando si usa il potere in maniera distorta per interessi personali, tutto diventa opaco e la trasparenza scompare”. Questo l’incipit dell’intervento di Giancarlo Caselli, il quale ha sottolineato come la realtà italiana sia “caratterizzata da una illegalità diffusa e da una diffusa accettazione di comportamenti illegali. La lotta per la trasparenza – ha aggiunto il magistrato – è una lotta per la democrazia, decisiva per lo sviluppo della civiltà”. Nel corso del suo intervento, l’ex procuratore ha poi criticato alcuni provvedimenti legislativi: “Nel recente passato – ha spiegato – abbiamo visto misure nemiche della trasparenza, come i numerosi condoni e il ricorso smodato alle prescrizioni. Agendo così si incrementa il senso di rassegnazione dei cittadini. Dobbiamo invece ritrovare una coscienza civica collettiva. Prima di tutto – ha detto ancora Caselli – abbiamo un problema di regole. C’è bisogno di leggi che rendano la corruzione un fenomeno non conveniente, dobbiamo rifiutare alchimie legislative come l’ultima legge sulla corruzione, che ripristina il falso in bilancio ma lo annacqua, non prevedendo la fattispecie più frequente. Bisogna prendere atto che la corruzione è un vero e proprio sistema, non un episodio ristretto a una piccola cerchia. Esiste una zona grigia, che è l’opposto della trasparenza, un intreccio torbido di relazioni tra mafia, economia, politica e società civile. Questa zona grigia è la spina dorsale e l’elemento di forza del fenomeno mafioso”, ha concluso Caselli.
Alfonso Sabella ha parlato di corruzione e di trasparenza raccontando numerosi episodi che hanno riguardato la sua esperienza di assessore alla legalità e alla trasparenza di Roma Capitale. “Un magistrato che va a fare l’assessore con le mie deleghe è un’anomalia sotto vari profili – ha detto – perché la legalità dovrebbe essere il presupposto di qualunque esercizio di pubbliche funzioni. Un magistrato dovrebbe fare tutt’altro lavoro ma spesso in questo paese i magistrati vengono scambiati per bene rifugio e quindi devono correre a soccorrere laddove altri non riescono. C’è ancora tanto da fare – ha aggiunto Sabella – io me ne sono andato dal comune di Roma con una convinzione e spero di non sbagliarmi, la convinzione che la Mafia in quel comune non c’era più ma la corruzione è rimasta. Purtroppo Roma non ha gli anticorpi per combattere la corruzione ma non ce li ha nessuno in Italia”, ha concluso il magistrato.
Durante la prima parte del convegno, sono intervenuti il segretario generale del Consiglio regionale, Stefano Toschei, il direttore della struttura Prevenzione della corruzione e della trasparenza del Consiglio, Luigi Lupo e il vice procuratore generale della Corte dei Conti, Cinthia Pinotti, che ha messo in evidenza come pubblicità non sia sinonimo di trasparenza: “Non basta rendere pubblici i dati, ma occorre renderli fruibili – ha detto il magistrato – perché i cittadini devono essere messi in grado di poter decodificare le informazioni”. Toschei ha invece aperto la sua relazione dicendo che “la corruzione non si vince ma si combatte”, essendo impossibile, secondo il magistrato, debellarla del tutto, ma un ruolo fondamentale lo gioca la trasparenza, “occasione di riscatto per le amministrazioni pubbliche e strumento per disarmare la corruzione”.
Nella seconda parte del convegno, Paola Balducci, membro del Consiglio superiore della magistratura, ha moderato la tavola rotonda su “La trasparenza nelle pubbliche amministrazioni tra apparenza, percezione e effettività”, alla quale sono intervenuti anche Francesco Merloni, componente Autorità nazionale anticorruzione e Augusta Iannini, vice presidente Autorità garante per la protezione dei dati personali, già ospiti del Consiglio regionale in occasione della Giornata della trasparenza dello scorso anno. I due relatori hanno spiegato il delicato rapporto che sussiste tra il diritto di accesso ai dati e alle informazioni e l’esigenza di tutelare la privacy. Lucia Borsellino, anticorruzione in sanità presso Agenas, invece, ha incentrato il suo lungo intervento sui rapporti che intercorrono tra Sanità e corruzione, spiegando che tra le pubbliche amministrazioni la sanità assorbe circa il 60% dei bilanci regionali “e ciò significa – ha detto Borsellino – che gli interessi sono tantissimi ed è necessario, quindi, rendere mirati e contestualizzati tutti quegli interventi che abbiano lo scopo di elevare al massimo la protezione di un sistema che deve tutelare il bene della salute”.
In chiusura, gli interventi di Flavio Haver, caporedattore cronaca giudiziaria del Corriere della sera, e Teresa Petrangolini. Il primo ha puntato il dito contro la mancanza di educazione civica degli italiani che, a suo avviso, è la fonte primaria del fenomeno corruttivo, la seconda ha illustrato alcune iniziative della Regione Lazio in tema di trasparenza. “Veniamo da una eredità difficile – ha sottolineato la consigliera segretaria dell’Udp – ma oggi il Lazio diventa una Regione leader nell’impegno per la trasparenza, come dimostra il premio ricevuto dal Politecnico di Milano per gli open data Lazio e la recente approvazione dell’anagrafe degli eletti da parte del Consiglio regionale”.