Gli studenti dell’Alberghiero di Ladispoli a scuola di Educazione ambientale. In cattedra, venerdì 27 novembre, dagli scranni del Consiglio Comunale di Piazza Giovanni Falcone, la prof.ssa Lina Davoli, Docente di Geomorfologia Costiera dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Tema della lezione la presentazione del Progetto europeo di recupero e valorizzazione della Palude di Torre Flavia. Dopo gli interventi del sindaco di Ladispoli Crescenzio Paliotta, del vicesindaco Giorgio Lauria, dei Consiglieri della Città Metropolitana di Roma Capitale Michela Califano e Federico Ascani, hanno preso la parola Alessio Argentieri, Dirigente dei Servizi “Difesa del suolo, Aree protette e Parchi Regionali” della Città Metropolitana e Corrado Battisti, referente dell’Area naturale di Torre Flavia.
La Prof.ssa Davoli ha illustrato la specificità geomorfologica del litorale di Ladispoli, con particolare riferimento alla Palude di Torre Flavia e ai rilevanti problemi dell’erosione costiera. Estesa per quarantatré ettari di superficie, ecosistema residuale di un’area umida fino a mezzo secolo fa molto più ampia, la Palude rappresenta un vero e proprio “monumento naturale”, custode di una eccezionale biodiversità e sito di straordinaria bellezza, che ispirò negli anni Trenta il famoso “Canto della Palude” di Renzo Rossellini. Salvata nel suo assetto attuale, da quanti ne chiedevano la “bonifica” nella seconda metà degli anni Settanta, grazie alla tenacia di volenterosi cittadini, il sito entrò nel 1983 nella proposta di legge di iniziativa provinciale per la salvaguardia e lo sviluppo delle zone umide a nord di Roma, a firma dell’allora assessore all’Ambiente Giorgio Fregosi. A partire dalla istituzione delle aree protette di interesse provinciale, dal 1997 ad oggi, obiettivo costante dell’Amministrazione è stato quello di garantirne una gestione partecipata e condivisa, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali e delle associazioni di volontariato. “Questo progetto di risanamento e di recupero della Palude di Torre Flavia è la realizzazione di un sogno” – ha esordito la prof.ssa Davoli – la quale ha anche ricordato che l’area è stata riconosciuta S.I.C. (Sito di interesse comunitario) e Z.T.S. (Zona di protezione speciale) in base alla Direttiva 92/43/CEE ed è quindi coperta da leggi straordinarie di massima tutela. Ora è finalmente entrata nel Progetto europeo LIFE, vale a dire in uno dei Programmi comunitari per la difesa dell’ambiente. “LIFE premia i progetti concreti, le azioni concrete per la salvaguardia di questi siti. – ha spiegato la prof.ssa Davoli.- Siamo scesi in campo per difendere Torre Flavia, chiediamo all’Unione Europea 2.800.000 euro. I soggetti coinvolti sono molti: l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, i Comuni di Ladispoli e Cerveteri, la Città Metropolitana di Roma Capitale, la Regione Lazio e una società privata che si occupa della webgrafica”. Gli interventi previsti sono cinque, due a mare e tre a terra: realizzazione di barre sommerse in geotessile; implementazione di un sistema di microfiltrazione nel depuratore di Ladispoli, per migliorare ulteriormente la qualità delle acque; costruzione di una duna artificiale in geotessile con successiva piantumazione e predisposizione di passerelle.
Plauso per la composta ed interessata partecipazione degli studenti è stato espresso da tutti i relatori. “E’ un piacere vedere un’aula consiliare piena di scolaresche, perché significa condividere temi importanti ed educare giovani coscienze alla difesa dell’ambiente” – ha affermato la consigliera Michela Califano.
“Siamo da sempre molto attenti al problema dello sviluppo e dell’economia sostenibile. – ha sottolineato la Prof.ssa Sara Leonardi dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli – La nostra attività di formazione ha come obiettivo-cardine quello di individuare i percorsi che conducono alla compatibilità e all’integrazione fra i processi produttivi e la salvaguardia dell’ambiente. Si tratta di una prospettiva di analisi, ma ancor prima di una scelta etica: ai nostri studenti cerchiamo ogni giorno di insegnare che il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente non ha alcun senso se compromette la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.