“Il Piano del Lazio per il diabete è una iniziativa strategica per la tutela della salute dei pazienti della Regione che sono assai numerosi”. A parlare è Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio (Gruppo PD) e componente della Commissione Politiche sociali e Salute del Consiglio regionale.
“Il Piano per la malattia diabetica nella Regione Lazio 2016-2018, contenuto nel Decreto del Commissario ad acta Zingaretti, è una iniziativa importante – spiega Petrangolini – perché si rivolge a ben 300 mila persone con diabete dichiarate: una popolazione molto estesa se si pensa anche alle famiglie che ogni giorno hanno la responsabilità di seguire i loro cari che vivono questa patologia. In più, secondo tutte le previsioni, si tratta di un fenomeno in crescita ed è pertanto urgente e cruciale intervenire per evitare i comportamenti a rischio”.
“Il piano – continua Petrangolini – consente di riorganizzare e potenziare l’offerta sociosanitaria regionale a favore dei pazienti e investe su di una assistenza personalizzata e integrata con i servizi del territorio. In altre parole, le persone affette da diabete dovranno sempre meno fare riferimento alle strutture ospedaliere e potranno sempre di più rivolgersi a strutture e operatori più vicini e più specializzati con l’attivazione di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta), personalizzati e differenziati a seconda del grado di complessità della malattia di ciascuno”
“Le novità più interessanti? In primo luogo – osserva Petrangolini – c’è finalmente una maggiore attenzione per i bambini nella consapevolezza che l’impegno per la cura del diabete infantile, a partire dalle scuole, è da sempre un punto debole dei servizi sanitari regionali. C’è poi tutto il tema della prevenzione che potrà contare su due soggetti strategici come le Case della Salute, che via via stanno nascendo, o i presidi nel territorio forniti dai medici di medicina generale. Per la prima volta, inoltre, avremo indicatori per misurare l’efficacia del piano e per valutare la qualità dell’assistenza offerta”
“Infine – conclude – va ricordato che il piano è il frutto di un lavoro svolto a stretto contatto con le associazioni dei pazienti e ha raccolto la gran parte delle osservazioni da loro pervenute”.