Ha ottenuto un buon riscontro di pubblico il convegno organizzato dall’Associazione Culturale “L’Agone Nuovo”, svoltosi sabato 2 aprile presso l’ex Consorzio Agrario di Anguillara Sabazia. I temi dell’incontro sono stati – ricordiamolo – la nuova legge nazionale che regola l’omicidio stradale e la legge regionale per la prevenzione e il contrasto al bullismo. Numerosi gli interventi dei relatori che hanno presenziato l’iniziativa. L’apertura è stata affidata al sindaco di Anguillara, Francesco Pizzorno, che si è espresso senza riserve a favore della legge sull’omicidio stradale (art. 589-bis c. p.), definendola un “sintomo di civiltà”, soprattutto sul passaggio che riguarda l’obbligatorietà della prestazione di soccorso. Dello stesso avviso l’ex sindaco di Anguillara, Emiliano Minnucci, ora Deputato alla Camera in quota PD e tra i firmatari della legge, che ha tenuto a precisare come questa legge non sia “una legge giustizialista”, in quanto “la pena di base rimane quella dell’articolo 589 del codice penale, da 2 a 7 anni, con tutte le attenuanti”, mentre “si è intervenuto sulle aggravanti per chi guida in stato di ebbrezza o sotto stupefacenti”. “In Italia – dice Minnucci – ogni anno abbiamo circa 3.300 morti sulle strade, di cui il 20% per omicidio stradale: era giusto si intervenisse con una nuova legge”.
Nella seconda parte del convegno, sono risultati interessanti gli interventi di Massimiliano Valeriani, capogruppo PD del Consiglio regionale, e della professoressa Lucia Lolli, vicepreside dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli. “Siamo i primi in Regione ad aver adottato un provvedimento sul bullismo”, dice soddisfatto Valeriani. “Questa che abbiamo fatto è una legge snella, di soli sette articoli, in cui è stato messo a disposizione un fondo di 750.000 euro con una prospettiva pluriennale per la lotta al bullismo che oggi – chiosa – è una vera e propria patologia sociale. A Roma il 45% dei ragazzi o è bullo o è vittima di bullismo”. Alle sue parole fanno eco quelle della vicepreside Lolli, che sottolinea come “la scuola deve essere la prima istituzione a intervenire in maniera programmata e consapevole. Il bullo è un individuo che a scuola si annoia, non si sente coinvolto”. Cosa si può fare operativamente? “Sicuramente lavorare per piccoli gruppi e con classi piccole; spesso capita di avere classi con 32 alunni ed è una cosa terribile, ingestibile per qualunque docente”.
Articolo di Francesco Persiani