Presentati lunedì in Regione i dati elaborati dal dipartimento di epidemiologia sulle cure nella sanità del Lazio. Tante le notizie positive: la qualità delle cure sta migliorando in alcune aree strategiche; le scelte di riorganizzazione stanno dando i loro frutti, e oggi c’è un sistema che cura meglio di ieri, perché è più uniforme e quindi più equo.
Sanità più efficiente e conti in ordine: due importanti fatti che sono avvenuti in questi anni sono quelli che riguardano i livelli essenziali di assistenza sanitaria, Lea, e la riduzione del disavanzo. Per la prima volta nel 2014 il Lazio supera lo standard minimo previsto sull’adempimento sui Lea, i livelli essenziali di assistenza, passando da 157 punti del 2013 a 168 nel 2014. Nello stesso periodo, tra 2013 e 2014, siamo riusciti quasi a dimezzare il disavanzo sanitario, passando da 669mln del 2013 a 355mln del 2014.
Ecco i dati forniti dal sistema Prevale, considerando in particolare il raffronto tra l’anno 2013 e il 2015:
Frattura del femore, grandi passi in avanti sulla tempestività di intervento. Il sistema sta rispondendo, la percentuale di pazienti operati entro le 48 ore passa dal 41% del 2013 al 54% del 2015. Aver ridotto del 23% in tre anni gli interventi entro le 48 ore significa aver migliorato, e spesso salvato, la vita a 1.300 persone, tra l’altro, riducendo i costi. Risultati più positivi anche in strutture storicamente più difficili come il Grassi di Ostia o il de Lellis di Rieti.
Angioplastica coronarica, ottimi interventi. In questo caso si è passati dal 35% del 2013 al 45% del 2015 e un passo importante sarà l’estensione, entro l’estate, dell’esperimento molto positivo effettuato a Viterbo sulle ambulanze telecollegate per trasmettere l’elettrocardiogramma alle strutture ospedaliere. Il miglioramento delle cure sta incidendo sul dato più importante, cioè sulla riduzione della mortalità: i decessi a 30 giorni dal ricovero per infarto nelle strutture ospedaliere del lazio passano dal 9% all’8%.
Riduzione dei tempi di degenza dopo l’asportazione della colecisti. Anche qui si registra un netto miglioramento: dal 61% del 2013 al 72% del 2015. Questo dato significa migliorare le cure per il paziente, ma anche ridurre i tempi di occupazione dei posti letto e quindi ridurre i costi per la regione i tempi di attesa per gli altri pazienti.
Parti cesarei, anomalia aggredita. I dati del 2015 confermano l’abbattimento della barriera del 30% dei cesarei dopo molti anni di sostanziale stasi: dal 31,4% del 2012 al 27,7% del 2015. Questi dati siano anche frutto di alcune scelte precise: prima tra tutte quella di chiudere i punti nascita sotto i 500 parti l’anno.
L’impegno della Regione per il futuro. Con i nuovi piani operativi 2016-2018 dovremo spingere sull’acceleratore su tutte le azioni avviate: dal consolidamento dell’equilibrio finanziario alla costruzione delle reti di cura per i pazienti cronici e all’avvio dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali fino al miglioramento della produttività delle aziende. e poi nuove politiche del personale e massima attenzione sugli standard di cura.
“Finalmente ci siamo: migliorano sensibilmente le qualità delle cure, calano i parti cesarei e c’è finalmente un segnale di controtendenza grazie alle scelte che abbiamo fatto – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: i dati sulla salute finalmente ci dicono che il Lazio sta cambiando e migliorando la qualità delle cure. E’ molto importante che tutto ciò stia avvenendo mentre il disavanzo sanitario cala e la spesa è sotto controllo”.