L’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” di Ladispoli ospita studenti provenienti da tutto il mondo. Nell’ambito del progetto “Intercultura” lunedì 11 e venerdì 15 Aprile allievi e docenti dell’Istituto “Di Vittorio” (in tutte le sue articolazioni AFM, CAT e Alberghiero) hanno accolto nove studenti di nazionalità tedesca, boliviana, canadese, statunitense e giapponese, che sono stati impegnati in varie attività didattiche, accanto ai loro coetanei italiani.
Migliaia di volontari al lavoro nel settore scolastico ed educativo per sensibilizzare i giovani alla dimensione internazionale dell’apprendimento. E’ la missione di Intercultura, la Onlus che lavora da decenni, inviando all’estero circa 1800 ragazzi delle Scuole Secondarie, ogni anno, e accogliendo nel nostro Paese studenti di ogni nazionalità. Seminari, conferenze, convegni, corsi di aggiornamento e di formazione: le attività sono molteplici ed articolate. L’obiettivo è chiaro: favorire in ogni modo l’incontro e il dialogo tra individui appartenenti a tradizioni culturali diverse, facilitare la conoscenza e quindi la comprensione reciproca e la collaborazione. Nel 2005 Intercultura ha festeggiato i 50 anni di attività in Italia. “Per un giovane è un’esperienza unica – spiegano i suoi dirigenti – che mette alla prova le risorse cognitive, affettive e relazionali, che ri-configura valori, identità, comportamenti e apprendimenti. Imparare a leggere e ad utilizzare altri codici, saper riconoscere regole e principi diversi, orientarsi fuori dal proprio ambiente umano e sociale utilizzando “le mappe” di una cultura altra – proseguono – non è affatto semplice, esige un impegno che va molto oltre quello richiesto dalla frequenza di un anno di studio normale: al centro di un’esperienza di questo tipo c’è lo sviluppo di competenze interculturali, ma occorre mettere in evidenza che sono in gioco anche altri apprendimenti: tutti quelli richiesti dall’ ‘Europa della conoscenza’”. Le scuole che aderiscono al Progetto educativo di Intercultura sono circa 900 ogni anno. Il motivo è semplice e risiede nel valore aggiunto di una formazione “globale”, in grado di confrontarsi con l’esterno e di misurarsi con approcci didattici ed educativi diversi.
La storia di Intercultura è interessante e singolare. Forse nessuno, alle origini di questa avventura, ne avrebbe immaginato gli sviluppi. Il contesto è quello della Prima Guerra Mondiale. Correva l’anno 1914, quando un gruppo di giovani intellettuali americani a Parigi decise di organizzare una rete di ambulanze a supporto dell’Ospedale di Neully. Da qui nascerà il primo nucleo dell’A.F.S. (American Field Service). Dall’assistenza sanitaria, si passò all’attività culturale ed educativa. Nel 1919, in un Bollettino di A.F.S. si scriveva: “Per quattro anni abbiamo cercato di far capire l’America ai Francesi e la Francia agli Americani: questo sforzo non deve finire con la guerra; non dobbiamo diventare un club di reduci: ci è stato suggerito di creare delle borse di studio per Francesi in America e per Americani in Francia”.
Era cominciato il percorso di AFS come Associazione per lo scambio interculturale.
Nel 1946 l’attività si sviluppò su scala mondiale e venne allargata agli studenti più giovani, scegliendo come fascia di età preferenziale quella degli allievi delle Scuole Medie Superiori.
Nel 1955 nacque ‘AFS Associazione Italiana’, nota oggi come Intercultura, con i primi comitati locali a Roma, Milano, Torino, Firenze e Trieste. Da allora in poi, la crescita è stata continua ed ininterrotta, fino ad arrivare ai circa 4000 volontari di oggi: un vero e proprio “esercito di pace”, come amano definirsi, al servizio di tutti coloro che sono interessati all’apprendimento interculturale.
“Credo molto in questa attività a cui mi dedico da due anni – ha dichiarato la Prof.ssa Sara Leonardi, Docente di Economia dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli e Coordinatrice del Progetto – La scuola arricchisce la propria offerta formativa, i nostri studenti ampliano i loro orizzonti e potenziano la competenza linguistica. E’ un’occasione imperdibile per favorire il confronto e lo scambio fra culture diverse e distanti. Non si dimentichi, poi, che varie famiglie di Ladispoli ospitano spesso gli allievi stranieri, talvolta per una settimana, talvolta per sei o anche per dodici mesi. Io stessa, l’ho fatto lo scorso anno con uno studente turco. I ragazzi raccontano il loro Paese e, nello stesso tempo, apprendono la nostra cultura, diventando per un po’ membri effettivi della famiglia che li ospita. Conoscono la nostra cucina, vivono e “respirano” l’Italia e, immancabilmente, se ne innamorano”.
Appuntamento per il prossimo anno scolastico all’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio”: … un invito rivolto a tutto il mondo.