Bolletta elettrica 2.0, per ora sono luci e ombre. A metterlo in evidenza, è l’Osservatorio CNA per il monitoraggio del costo dell’energia sostenuto dalle piccole e medie imprese, che sta procedendo con la rilevazione dei dati relativi alla prima fase di applicazione della nuova bolletta elettrica, in vigore a partire dall’inizio del 2016. “Ma c’è ancora da lavorare”, sottolinea Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Associazione che contribuisce all’indagine condotta a livello nazionale.
Cosa è cambiato? Intanto la grafica, quindi il fattore semplificazione: l’intenzione è infatti quella di rendere la lettura più agevole su consumi e componenti di costo. Ecco come è andata. “La lettura – dice Melaragni – risulta effettivamente più facile, ma la CNA fa luce anche su alcune criticità. L’obiettivo è quello di segnalare, consentendo alle istituzioni di intervenire e correggere”.
La buona notizia è che la quasi totalità dei fornitori si è adeguata al nuovo formato. La bolletta sintetica, che dovrebbe essere su una sola pagina? Nel 95 per cento dei casi è su due o tre. Il costo unitario fatturato al cliente? Nell’80 per cento delle nuove bollette non è riportato in maniera evidente, nonostante questo sia un obbligo imposto dall’Autorità.
Infine, una delle voci che toccano più da vicino le piccole e medie imprese: gli oneri generali di sistema sul costo dell’energia calcolata in fattura. Se prima solo il 16 per cento delle bollette metteva in evidenza il dato, adesso è il 27 per cento. È importante perché, pur a fronte di consumi contenuti, tali oneri gravano sulle Pmi in maniera esagerata.
Intanto la strada intrapresa è quella di un mercato che sarà in futuro totalmente liberalizzato. “Per questa ragione – conclude Melaragni – bisogna mettere sotto la lente di ingrandimento le attuali criticità, in modo che vengano eliminate. Sulle fatture è necessaria una reale e completa trasparenza. E questo è il contributo della CNA per arrivarci”.