Raccolta differenziata raddoppiata dal 2010 al 2014, dieci per cento in meno di rifiuti prodotti, impianti sufficienti per quanto riguarda il trattamento meccanico biologico, nessun nuovo impianto per la termovalorizzazione. Ancora a rischio per quanto riguarda le discariche. Questo il quadro tratteggiato dall’assessore regionale all’Ambiente, Mauro Buschini, che ha introdotto la seduta straordinaria del Consiglio regionale, presieduta da Daniele Leodori, dedicata alla situazione dei rifiuti nel Lazio.
Buschini in apertura aveva ricordato il lungo percorso portato avanti dalla Regione sul tema dei rifiuti, a partire dal 1992, con il primo commissariamento da parte del governo, per arrivare alla delibera del 22 aprile 2016 con la quale si è avviato l’aggiornamento del piano rifiuti.
Nella parte centrale dell’intervento, l’assessore ha fatto la fotografia della situazione attuale, ha ricordato fondi stanziati dalla Regione e ha indicato gli obiettivi da raggiungere: cambiamenti nei modelli di produzione, misure sul riutilizzo, miglioramento della raccolta differenziata, informazione e sensibilizzazione.
“La produzione complessiva di rifiuto urbano – ha spiegato – è passata dai 3 milioni e 399.808 tonnellate del 2010 ai 3 milioni e 82.372 tonnellate del 2014. La raccolta differenziata, su scala regionale, è passata dal 16,5 al 32,7 per cento”. Il nodo da sciogliere, secondo l’assessore, restano le discariche: “Piccoli impianti di servizio, mai più megadiscariche come Malagrotta, che devono essere individuati”. La volumetria disponibile alla fine del 2015, infatti, era di appena un milione di metri cubi a fronte delle 300mila tonnellate annue di rifiuti che vengono ancora conferiti in discarica. Nei prossimi tre anni, in attesa di avere in esercizio i nuovi siti, Buschini ha ipotizzato l’ampliamento degli impianti esistenti.
L’assessore, in conclusione, ha centrato l’attenzione su una serie di situazioni specifiche: dall’incendio di Pontina Ambiente del 30 giugno, alla “questione Roma”.
“Sono tre – ha spiegato Buschini – i grandi punti di lavoro: aumentare la differenziata, individuare una nuova area per un piccolo sito di smaltimento, realizzare gli ecodistretti”.
Per quanto riguarda, infine, l’individuazione delle nuove aree dove realizzare gli impianti, al Regione ha inviato una nota l’11 maggio 2016 a tutte le amministrazioni competenti, dando loro un termine di 120 giorni.