Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota a firma del CNA Associazione di Viterbo e Civitavecchia.
Una notizia che restituisce almeno un po’ di tranquillità alle imprese balneari dopo la doccia fredda arrivata la scorsa settimana dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Alla Camera, in sede di Commissione Bilancio, è stato approvato l’emendamento al decreto Enti locali che ripristina la legittimità delle attuali concessioni “nelle more della revisione e del riordino della materia in conformità ai principi di derivazione comunitaria, per garantire certezza alle situazioni giuridiche in atto”.
Secondo CNA Balneatori, su questa norma ponte “salva imprese” va espressa una valutazione positiva, ma “è ora necessaria l’immediata convocazione del tavolo tecnico tra governo, Regioni, Comuni e sindacati per giungere a una proposta forte e condivisa che assicuri continuità aziendale agli operatori in attività. Le motivazioni a supporto della sentenza della Corte di giustizia europea aprono uno scenario importante sul legittimo affidamento e sull’attivazione della procedura del ‘doppio binario’ (distinzione tra le nuove concessioni e quelle in vigore) su scala regionale e comunale”.
L’Associazione ritiene altresì che debba essere subito riavviata, con le Regioni e i Comuni delle località costiere, la ricognizione sulla disponibilità degli arenili, “per asserire la ‘non scarsità’ del bene spiaggia e la conseguente possibilità di assegnare nuove concessioni demaniali marittime”.
Sull’emendamento al decreto Enti locali, si registra altresì il commento di CNA Produzione, che considera il riordino della normativa una grande opportunità per affrontare anche il tema delle concessioni riguardanti la cantieristica nautica. Le condizioni di quest’ultima, infatti, non sono diverse da quelle della balneazione. “E’ assegnata da tempo alla Commissione Finanze la proposta di legge, il cui primo firmatario è l’onorevole Marco Miccoli, che CNA sostiene, perché apre la strada, in conformità ai principi UE, al riordino di un importante settore produttivo del nostro Paese -sostiene l’Unione di mestiere-. Ci auguriamo che le due proposte possano essere integrate, al fine di salvaguardare entrambe le attività”.