Torniamo brevemente sulle recenti elezioni amministrative e sugli effetti che il risultato ha provocato.
E’ ormai evidente a tutti la portata nazionale di quel voto, sia per come è stata letta e interpretata l’indubbia vittoria del Movimento 5 Stelle, sia per le evidenti conseguenze politiche che scuotono sia il centrodestra che il centrosinistra.
Non è stato soltanto un generico voto di protesta, ma è stata premiata la caratteristica “antisistema” dei grillini, che evidentemente ha dato una risposta all’insoddisfazione dei cittadini verso la politica e alla voglia di cambiamento.
E’ stato un voto che supera in qualche modo le classiche divisioni destra-sinistra, ed evidenzia con chiarezza un dato apparentemente tecnico: in un sistema tripolare, ai ballottaggi vince il M5S che rastrella consensi sia a destra che a sinistra e si afferma come forza nazionale che aspira al governo del Paese.
Questo voto ha scombussolato la politica e ha riacceso la già forte dialettica interna ai partiti, mescolando tre questioni: le politiche governative e la fiducia o meno in Renzi, le riforme istituzionali e il relativo referendum in autunno, la legge elettorale.
Pur non entrando nel merito specifico, ci pare necessaria una considerazione generale: occorre tornare a dare fiducia ai cittadini, ad offrire proposte politiche rinnovate che consentano di non rifugiarsi nel “male minore”, sia esso un voto motivato oppure di semplice protesta, e di esprimersi su opzioni chiare: di governo del paese e delle città; di un modello di società in grado di affrontare le grandi contraddizioni contemporanee, in primis quella fra chi possiede e chi non possiede, fra ricchi (sempre più aggressivi) e poveri (sempre più numerosi), figlie della globalizzazione pazza e di un liberismo senza controllo che relega ai margini la dignità umana come fosse uno dei tanti “fattori produttivi”; di partecipazione democratica dei cittadini alle scelte, oggi sempre più centralizzate e nelle mani di ristrette oligarchie economiche e politiche.
Le scorciatoie non servono, anzi sono dannose: come cercare di cambiare in fretta e furia una legge elettorale approvata da poco e presentata come in grado di garantire stabilità di governo perché favorirebbe l’ascesa dei cinque stelle; o come le riforme costituzionali – propagandate come la panacea di tutti i mali – di cui pochissimi conoscono il testo e per le quali si andrà ad un referendum che fino a poco fa è stato presentato come pro o contro Renzi; oppure come il rinchiudersi nelle stanze dei partiti per risolvere le “questioni interne”, magari studiando nuove strategie per accordi trasversali.
La confusione è tanta e immaginiamo il disorientamento fra i cittadini che vedono in Parlamento i soliti “movimenti tattici” che sanno tanto di trasformismo e opportunismo, mentre nelle città le nuove amministrazioni 5 stelle sono attraversate da lotte interne e chiaramente in difficoltà alle prese con i problemi da affrontare. Anguillara è un chiaro esempio.
Se ne esce soltanto tornando alla discussione vera, al confronto aperto, con grande “umiltà intellettuale” e voglia di ascoltarsi e di capirsi. E’ ciò che noi auspichiamo da tempo per il centrosinistra tutto, quello che chiamiamo il “campo vasto dei progressisti”.
Occorre farlo a partire da una analisi vera sull’esito del voto nelle città e sulle cause, vicine e lontane, che lo hanno determinato.
Con questo spirito abbiamo commentato nell’ultimo editoriale l’esito particolarmente negativo del Partito Democratico a Bracciano e ad Anguillara. Questo spirito che non da tutti è stato compreso, se è vero che è stato faziosamente interpretato come una intrusione nella dialettica interna del PD o peggio come presa di posizione contro alcuni esponenti politici o segretari di circolo.
Abbiamo tentato, con spirito di servizio e senza pretesa di onniscienza, di stimolare una discussione aperta e ampia, omettendo – e ce ne scusiamo a posteriori – una ovvia considerazione: grandissima stima e apprezzamento per i militanti che con passione e spirito di servizio si sono spesi in questi ultimi mesi di campagna elettorale.
Dopo le ferie ci ritroveremo in incontri pubblici che l’Associazione “L’agone nuovo” organizzerà a partire da settembre, con l’auspicio che siano partecipati e fruttuosi.
Per il CdA de L’agone nuovo
Giovanni Furgiuele