5 Novembre, 2024
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Bracciano, lettera aperta al Sindaco Tondinelli del Comitato Villaggio Montebello


Riceviamo e pubblichiamo la lettera indirizzata al Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli e scritta dal Presidente del Comitato “Villaggio Montebello” Amedeo Lanucara.

“Signor Sindaco,

lo scrivente Comitato, che mi onoro di presiedere, chiede maggiori delucidazioni sulla delibera di Giunta n. 3 del 7-7-2016 e sulla successiva determina n. 110 del 29-8-2016 del Capo area affari legali, contratti, provveditorato, poiché non se ne comprende appieno la ratio.

La delibera di Giunta n. 3 è di fatto la prima operativa di questa sindacatura, dopo gli adempimenti di rito. E riguarda “l’opportunità di costituzione in giudizio dell’Ente, avverso alcuni ricorsi al Tar, per l’annullamento, previa sospensione cautelare, delle ordinanze di demolizione e ripristino dei luoghi”, emesse al Capo area urbanistica del Comune, dopo un’approfondita indagine, la cui sospensione non sarebbe giuridicamente motivata, trattandosi di atti dovuti. È peraltro singolare che la medesima Area tecnica che ha emesso le ordinanze  dia il parere tecnico favorevole alla messa in discussione dei propri atti.

La successiva determina parla della “opportunità di costituzione in giudizio” in 12 ricorsi al Tar similari, che riguardano fatti similari d’una medesima lottizzazione (ndr: ignoriamo quale), circa la trasformazione di manufatti in civili abitazioni, benché vincolati a servizi al pubblico; e affida l’incarico, dopo parecchie vicissitudini, all’avv.ssa Tiziana Pirone, dietro parcella lorda di euro 5.567,27, più “eventuali straordinari ed imprevedibili aggravi procedurali”. A quel che ci risulta, la Legale in questione ha già difeso un noto Lottizzatore di Bracciano.

La notizia della delibera e della determina è stata ripresa dal giornale on line Terzo Binario in un lancio del 30-8-2016, ove si fa capire tra le righe, pur non dicendolo apertamente, che il Comune sarebbe spaventato dal costo fi così numerosi ricorsi.

A prescindere dal fatto che tutti e 12 i ricorsi de quibus andrebbero unificati, perché, come ha sottolineato la Capo area urbanistica nella narrativa della determina, riguardano la medesima fattispecie d’una sola lottizzazione (ed è quindi come se fossero uno solo), quel che colpisce è l’apparente, profonda sfiducia della Giunta nell’operato dei propri Uffici, coi quali hanno collaborato attivamente la Polizia urbana, la Polizia provinciale e la Forestale.

I casi sono due. O si ritiene che tutti questi Pubblici Ufficiali abbiano preso per 12 volte una solenne topica, travisando le chiare concessioni edilizie degli immobili visitati, e allora vanno tutti trasferiti in un ospedale psichiatrico, prima ancora che licenziati e deferiti all’Autorità Giudiziaria, Corte dei Conti compresa.

Oppure si ritiene che l’ordinanza emessa dal Capo area abbia un qualche vizio di forma; e allora si procede alla sospensione del provvedimento per auto-tutela e all’immediata emanazione d’un nuovo provvedimento corretto.

Escludiamo categoricamente che si pensi ad una “non costituzione in giudizio”, al fine di perdere la causa, il cui costo (il costo della sconfitta!) graverebbe comunque (e stavolta per 12 volte!) sulla Collettività, in quanto il procedimento s’è già iniziato. Con l’ulteriore pericolo, peraltro, che tutti gli Abitanti della zona, privati dei servizi vicinali ai quali hanno diritto per Convenzione, e che sono indispensabili al pari delle urbanizzazioni e dei servizi essenziali (acqua, luce, telefono, gas), potrebbero chiedere congrui risarcimenti al Comune.

Ricordo comunque che parecchi anni fa, nella pausa di un Consiglio comunale, ella, signor Sindaco, ebbe la cortesia di farmi leggere il documento d’un alto Funzionario, in cui s’accennava ad analoghe consuetudini del passato. E ne era giustamente indignato.

Anche perché, mi disse allora, una tal consuetudine aprirebbe una immensa crepa dagli esiti imprevedibili. La mancata (o deliberatamente cattiva) costituzione in giudizio si trasformerebbe infatti in una sanatoria, gratuita e surrettizia, cui chiunque potrebbe domani appellarsi, persino un Palazzinaro in malafede; e che la Regione certamente stigmatizzerebbe, anche per i danni all’Erario.

Diverso è il caso della solidarietà umana e politica nei confronti di chi avesse eventualmente subito una truffa, comprando col relativo rogito un sito spacciatogli per civile abitazione, mentre non lo è. In tal caso, tuttavia, l’acquirente dovrebbe far causa non al Comune, ma a chi gli ha venduto fischi per fiaschi.

Certi di una sua positiva delucidazione, voglia gradire, signor Sindaco, molti cordiali saluti.

Il Presidente del Comitato Villaggio Montebello Dr Amedeo Lanucara.

Ps: in nome della trasparenza, da lei più volte (e correttamente) invocata, le saremmo grati d’una risposta pubblica, per dissipare “coram populi” qualsiasi ombra, o malinteso, o inappropriata speculazione politica.



 

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