La raccolta si è formata grazie all’attento controllo del territorio esercitato da tre personaggi di questa famiglia a partire dalla fine del sec. XIX, i quali hanno avuto la sensibilità e l’accortezza di mettere in salvo queste preziose testimonianze antiche che, con l’eccezione di 4 o 5 epigrafi di Roma, provengono dal territorio. Si tratta di materiali opportunamente schedati dalla Soprintendenza Archeologica, che ne ha riconosciuto la proprietà alla famiglia Panunzi.
Nella stragrande maggioranza i reperti sono dunque di provenienza locale ed interessano frontalmente la storia del Braccianese ed in particolare il territorio pertinente, in età antica, alla città romana di Forum Clodii (oggi S. Liberato) e all’agro della città etrusca di Caere (Cerveteri), per il tratto di passaggio tra il lago e la costa. Essi illustrano la vita della comunità antiche insediate in questo territorio, dall’età etrusca a tutta l’età romana. Ci parlano dei culti (altare al dio Mitra) di magistrati di Forum Clodii, delle pratiche funerarie (statue, cippetti a colonnetta della necropoli della Banditaccia), dello sfruttamento agricolo (ville rustiche), della vita quotidiana dell’uomo antico per un ampio arco di tempo che va almeno dal VI sec. a.C. alla fine del mondo antico.
Il valore venale di questo materiale non è inferiore alla sua importanza documentaria: non ho difficoltà ad affermare, in proposito, che alcuni reperti hanno da soli un valore superiore a quello valutato per l’intera raccolta. La quale opportunamente ordinata e valorizzata, attraverso le moderne tecniche dell’esposizione museografica, può fornire un interessante approccio alla storia più antica del Braccianese, sfruttabile anche a fini didattici.
Prof. Gianfranco Paci
Università di Macerata