19 Novembre, 2024
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Anguillara, Acqua: il “caso arsenico” torna ad agitare il Comune sabatino

 

Si ripropone un “caso arsenico” e questa volta con tanto di servizio televisivo presso una rete regionale.

Il sindaco Sabrina Anselmo incalza dichiarando la non conformità dei valori di arsenico e fluoruri nell’acqua pubblica e menzionando, al tempo stesso, le presunte opere di manutenzione e controllo  effettuate in questi mesi sui depuratori, installati a fine dicembre 2013 dalla passata Amministrazione di centrosinistra.

Secondo quanto dichiarato al TG Regionale, la Asl ha invitato il Comune di Anguillara ad emettere un’ordinanza di non potabilità proprio a seguito degli ultimi riscontri, nei quali il valore dell’arsenico ha superato i limiti di legge stabiliti in 10 microgr/litro (e non ettogrammi come riportato nell’ordinanza).

L’ordinanza viene così emessa il 13 ottobre 2016. Nel corso del periodo temporale oggetto dell’ordinanza, tuttavia, non è stata offerta alla popolazione una fonte di acqua alternativa, secondo quanto stabilito dalla legge a seguito della dichiarazione di non potabilità della fonte pubblica.

Al tempo stesso è mancata un’informazione estesa e dettagliata, generando un consistente allarmismo pubblico, e non sono stati, conseguentemente, presi provvedimenti a tutela dei consumatori o inerenti ai commercianti.

L’attenzione della giunta pentastellata, non riuscendo a comprendere quale fenomeno abbia portato all’innalzamento negativo di determinati valori e non sapendo come risolvere nell’immediato il problema, si sposta sull’operato delle passate amministrazioni.

Nell’intervista pubblica la sindaca si mostra preoccupata per la “salute dei cittadini” e in “particolare dei bambini”, prendendo atto della situazione e mettendosi a disposizione della Procura, precisando di averle inviato documenti in data 17 novembre.

A questo punto è doverosa una domanda: se l’ordinanza di non potabilità è stata emessa il 13 ottobre scorso, fino alla revoca della stessa, le scuole, gli uffici pubblici, gli esercizi commerciali e via dicendo, di quale acqua hanno usufruito?

Emettere un’ordinanza di tale genere, se non si ritiene di poter o saper risolvere il problema nell’immediato, fa gravare sul Comune una serie di precise responsabilità e di doveri, tra cui quella di fornire ai cittadini ed alle imprese e, quindi, agli utenti, una fonte d’acqua alternativa certificata e garantita, come per esempio quella erogata da autobotti (la certificazione è dovuta persino per il trasporto e per i contenitori). Quindi, dal punto di vista pratico, ordinanza o non ordinanza, il risultato, a discapito dei cittadini, non cambia.

Cerchiamo, invece, di soffermarci su alcune precisazioni da non sottovalutare. Gli impianti di trattamento acqua installati a fine dicembre 2013 dalla giunta Pizzorno sono riusciti ad offrire alla popolazione acqua potabile, con valori di arsenico, fluoruri ed altri minerali (come ad esempio il vanadio) nel rispetto dei limiti di legge.

Basti pensare che Ponton dell’Elce, prima dell’installazione dei “potabilizzatori”, vantava un valore di arsenico pari a 46 microgr/lt e di fluoro pari a quasi 4 mg/lt. Questi impianti sono considerati tra i migliori presenti in Europa, capaci di svolgere accuratamente e con precisione le funzioni per le quali sono stati installati; quindi affermare apoditticamente “gli impianti non funzionano”, è un assunto generico, non provato e riduttivo.

Sarebbe, invece, da verificare se nel lasso di tempo in cui è sorta la problematica e cioè nel periodo settembre/ottobre 2016 fosse stata eseguita la corretta manutenzione. Secondo quanto specificato dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31, il gestore del servizio idrico, in questo caso il Comune, deve essere oggetto di controlli esterni (Asl) ed interni (enti/laboratori riconosciuti dalla Asl) per la verifica della qualità dell'acqua destinata al consumo umano.

E’ opportuno, pertanto, specificare, per il bene dei cittadini, che, per ciò che attiene ai potabilizzatori di Ponton dell’Elce e del Biadaro, essi venivano sottoposti, dal momento della loro istallazione nel 2013, a doppi controlli mensili: interni effettuati da un laboratorio (accreditato) per conto della ditta Zilio spa, azienda che aveva in carico la manutenzione degli impianti, ed esterni effettuati dalla Asl; tutto documentato e protocollato negli uffici amministrativi.

Per gli altri impianti i controlli venivano effettuati direttamente dal Comune. Ogni volta che si sono presentate delle problematiche, proprio grazie alla presenza di questi moderni impianti, esse si sono potute risolvere in brevissimo tempo, senza far correre rischi alla cittadinanza ed all’Ente.

Speriamo che si faccia una rapida chiarezza sulla questione, auspicandoci che non ci si trovi, per un’altra volta, davanti alla ennesima marcia indietro dei nuovi amministratori, che dovranno impegnarsi, come assicurato in campagna elettorale, di mantenere saldo il valore dell’acqua pubblica senza imboccare la strada più facile della cessione ai privati.

Benedetta Onori

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