Un 8 marzo che assume il sapore della rivendicazione quello che le donne di tutto il mondo hanno deciso di vivere quest’anno, con l’adesione allo sciopero globale promosso da “Women’s March”, che ad oggi ha raccolto le adesioni di oltre 50 Paesi. In Italia promotrice dell’iniziativa è “Non una di meno”, sempre più attiva e presente sul territorio nazionale nel suo impegno contro la violenza di genere. Le principali sigle sindacali di base hanno aderito allo sciopero, ribattezzando l’iniziativa “Lotto Marzo”.
Una mobilitazione che parte dalla volontà collettiva di fermarsi per un giorno: le donne di tutto il mondo incrociano oggi le braccia, ognuna con le proprie modalità. Due i principali cortei di riferimento di oggi: Milano e Roma, con partenza alle 17 dal Colosseo.
Non mancano i disagi, specie nella capitale, con tutte le linee della metropolitana chiusa e traffico in tilt dalle prime ore del mattino.
“Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo” è lo slogan scelto da “Non una di meno”, che pone la violenza sulle donne al centro della protesta, ma non solo. Sono otto i punti cardine della mobilitazione, come scritto sul sito del movimento: “la risposta alla violenza è l’autonomia delle donne; senza effettività dei diritti, non c’è giustizia né libertà per le donne; sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi; se le nostre vite non valgono, non produciamo; vogliamo essere libere di muoverci e di restare, contro ogni frontiera; vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione; vogliamo fare spazio ai femminismi nei movimenti e costruire spazi politici e fisici transfemministi e antisessisti; rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini”.
Una festa della donna che non è mai stata così politica come quest’anno e che rimarrà nella storia come la più grande mobilitazione femminista globale.