22 Novembre, 2024
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Il deputato Emiliano Minnucci: «Intervenire insieme sui temi del lavoro, dei trasporti e del lago»

Vi proponiamo l’intervista esclusiva a Emiliano Minnucci, deputato PD, uscito sull’ultimo numero cartaceo de L’Agone nel mese di aprile

Onorevole Minnucci, iniziamo dalle note dolenti: lei era presente alla manifestazione “Salviamo il nostro lago” svoltasi il primo aprile a Trevignano, durante la quale sono state presentate le proposte del ‘Comitato per la Difesa del bacino lacuale Bracciano-Martignano’, ed è stato duro nei confronti del Consorzio del Parco Bracciano-Martignano. Come mai?

«Non sono stato duro, ho solo chiesto ciò che a mio avviso è necessario per salvaguardare il nostro lago: partecipazione alla lotta e condivisione di intenti da parte di tutti, a partire dalle istituzioni locali e perciò anche dal Consorzio Lago di Bracciano. Abbiamo il dovere di sdoganare questo atteggiamento insolente di Acea Ato2 e della stessa Virginia Raggi, che sono rimasti indifferenti a questa crisi idrica che rischia di compromettere la vita del bacino che ricordo essere una semplice riserva idrica. Per contrastare questa posizione di totale indifferenza adottata da Piazzale Ostiense e dal Campidoglio, dobbiamo essere uniti e fare fronte comune a partire, come ho detto e ribadito più volte, dalle istituzioni locali. In tal senso, ho inviato una lettera al Parco Naturale Regionale Bracciano Martignano per chiedere, dato il suo compito di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del territorio per cui è competente, un impegno costante e incisivo su una vicenda che non possiamo trascurare per il bene delle comunità residenti ma soprattutto del nostro territorio».

È dalla direttiva dell’UE 2000, ben 17 anni, che si cerca di colmare un vuoto normativo in materia di acqua: secondo lei l’idea di una legge di iniziativa popolare come quella che ha proposto il Comitato è una strada percorribile?

«Ogni iniziativa volta alla risoluzione del problema è da prendere in considerazione e sostenere con forza e determinazione. Il Comitato, slegato dai partiti e iniziando un percorso anche su un ambito tecnico -scientifico, ha proposto questa iniziativa che mira alla costituzione di un’Autorità di Bacino con il compito di pianificare e programmare tutte quelle azioni utili alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, anche in base alle caratteristiche fisico-ambientali del Lago di Bracciano. Per questo, dunque, penso che l’iniziativa popolare messa in campo dal Comitato sia un atto responsabile che merita di essere sostenuto e portato avanti in primis dalle amministrazioni locali interessate».

Parliamo dei lavori per il sottopasso ferroviario di Anguillara. Lei ha recentemente detto che, su questo tema, l’amministrazione comunale sembra stia giocando “al gioco dell’oca”, eppure i fondi necessari per la realizzazione dei lavori sono stati sbloccati a suo tempo. Qual è il problema?

«Il problema non esiste. O meglio, il falso problema esiste solo per la giunta pentastellata di Anguillara che sta dimostrando di non essere in grado di superare la logica ‘vorrei ma non posso’. Una logica di difficile comprensione che rallenta l’attività amministrativa anche in casi come questi dove esistono già tutti i presupposti per l’inizio dei lavori di realizzazione del sottopasso su via Anguillarese. Con la concessione dei fondi necessari a eliminare il passaggio a livello nel tratto ferroviario FR3 Roma – Viterbo da parte della Città Metropolitana di Roma Capitale, la situazione poteva essere sbloccata già diversi mesi fa con una semplice delibera consiliare e l’approvazione dello schema di convenzione che stabiliva competenze e ruoli nella realizzazione e nella gestione dell’opera da mettere in cantiere. I mesi sono trascorsi tra riunioni, dubbi e perplessità fino a quella delibera monca approvata nell’ultimo consiglio comunale dalla maggioranza grillina che, inevitabilmente, rallenta il processo di realizzazione di quella che si attesta come un’opera di grande importanza strategica, sia da un punto di vista di sicurezza stradale che da quello di fruibilità del traffico. Date le capacità politiche e amministrative dei grillini, dobbiamo comunque ritenerci fortunati: finalmente hanno posto attenzione sul sottopasso e, osservando il bicchiere mezzo pieno, penso sia un piccolo passo in avanti. Dopo tanto sbraitare, ci hanno ascoltato e hanno redatto la delibera che poi hanno parzialmente approvato: d’altra parte nella vita non si può sempre avere tutto. Bisogna accontentarsi»..

Lei si è schierato fermamente con i lavoratori di Aral Lazio, che dopo essere stati per mesi senza stipendio ora rischiano il licenziamento collettivo. Quali provvedimenti può prendere, in una situazione di estrema urgenza come questa, il Presidente Zingaretti?

«Per questa situazione, come per quella dei lavoratori di tutto il comparto aeroportuale del Lazio, vale la stessa considerazione fatta per l’iniziativa popolare avanzata dal Comitato sulle condizione del Lago di Bracciano: c’è bisogno del sostegno e dell’impegno di tutti, a partire, in questo caso, dalla Regione Lazio e dal Ministero alle Politiche Agricole. Dopo i mancati stipendi dei mesi scorsi, per i lavoratori di Aral Lazio è arrivata una doccia gelata che deve essere bloccata immediatamente. Non possiamo permettere di mandare a casa decine di persone così come non si può rischiare di compromettere il sistema degli allevatori del Lazio che, altresì, deve essere rivalutato attraverso un piano industriale e strategico idoneo a salvaguardare i posti di lavoro scongiurando il funerale dell’intero comparto allevatoriale. La Regione Lazio, in collaborazione con il Ministero alle politiche agricole, deve assumere un ruolo da protagonista al fine di indicare la giusta strada da percorrere per dare slancio al sistema e salvaguardare il principio di occupazionalità. In tal senso, una parola vorrei spenderla anche per i lavoratori del comparto aeroportuale della nostra regione: da Ecotech a Simav passando per AMS, l’aeroporto di Fiumicino è diventato ormai scenario di manifestazioni civili, e allo stesso tempo disperate, da parte di tutti quei lavoratori che, a causa di opinabili scelte aziendali, hanno perso il loro impiego o sono in procinto di farlo. Concertazione e unità di intenti: così come ho sempre sostenuto, anche attraverso diverse interrogazioni parlamentari, penso sia necessario iniziare un percorso aperto alla discussione che veda coinvolti seriamente pubblico e privato, a partire dal Governo stesso, al fine di trovare le giuste contromisure per dare slancio all’intero sistema aeroportuale e salvaguardare quelle figure professionali che negli anni hanno prestato un servizio di alta professionalità che merita di essere incentivato invece che affossato con manovre che conducono a tagli e licenziamenti».

Francesco Persiani

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