E’ ormai una prassi. Ad ogni scadenza elettorale, soprattutto se si tratta di elezioni comunali, inizia il toto discarica/impiantistica e si organizzano gli schieramenti.
Personaggi politici che per anni hanno sostenuto e usato a proprio vantaggio i territori disseminando discariche e impianti, o che semplicemente hanno mostrato il loro interesse nei confronti della ben nota politica (malata) sulla gestione dei rifiuti, come d’incanto si trasformano in difensori degli stessi luoghi che hanno contribuito a distruggere; improvvisamente impazzano proposte indecenti su come “risolvere” l’annosa questione e noi dei movimenti cittadini, mentre continuiamo in assoluta solitudine la nostra battaglia legale, assistiamo all’ennesima rappresentazione tragicomica di un’isteria politica collettiva.
Nel frattempo sulla discarica di Cupinoro è calato un silenzio sospetto. La nostra richiesta di stralciare dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) la parte relativa all’impiantistica non è stata accolta, il sito è abbandonato a se stesso e si interviene in emergenza solo per scongiurare il disastro ambientale; non abbiamo alcuna notizia di interventi programmati per la messa in sicurezza e la bonifica. La Bracciano Ambiente è fallita e il Comune di Bracciano non ha risorse per gestire la situazione. Dal canto suo la Regione Lazio sembra abbia richiesto in ritardo l’escussione della fidejussione che avrebbe dovuto coprire parte delle spese per la messa in sicurezza. E sul sito della Regione è sempre previsto il polo industriale dei rifiuti a Bracciano.
Abbiamo atteso un anno dall’insediamento della nuova amministrazione, l’abbiamo più volte sollecitata a coinvolgere la comunità nelle decisioni avviando momenti di confronto diretto ma ora il tempo stringe, e l’emergenza rifiuti che coinvolge Roma e tutto il Lazio assume risvolti sempre più minacciosi.
Mettiamo in chiaro che non siamo disposti a tollerare ulteriori aggressioni al nostro territorio. Una montagna alta 70 metri di immondizia, che tuttora diffonde gas e veleni, è molto più che sufficiente. Siamo stanchi di subire decisioni prese dall’alto, spesso a favore di soggetti – vedi il caso ACEA S.p.A. per la captazione dell’acqua del lago o per la svendita della nostra acqua pubblica – che hanno come missione semplicemente la crescita dei profitti e non rispondono al controllo della comunità.
Pensiamo sia giunto il momento di confrontarci e avviare insieme una riflessione su quali strategie porre in atto, oltre quelle legali, per continuare a perseguire il nostro obiettivo di chiusura, bonifica e messa in sicurezza della discarica. Più in generale, per riprenderci il ruolo di difensori del territorio contro scelte evidentemente lesive dei nostri diritti fondamentali.Se non lo faremo noi, nessun altro lo farà.
Assemblea cittadina, 27 maggio, ore 17, Chiesa della Misericordia, via Umberto 1.
Tuttà la comunità è invitata a partecipare