Riceviamo e pubblichiamo:
“La proposta di modifica dello Statuto di Roma Capitale che mette in discussione la parità di genere nella Giunta Capitolina e nelle Giunte Municipali non è solo un passo indietro rispetto alla Legge 215/2012 che modifica in meglio addirittura il Tuel chiedendo agli enti locali di garantire (non più promuovere) pari opportunità, ma è anche un passo indietro culturale che intende coprire lacune evidenti.
Non è infatti un segreto che nelle Giunte dei Municipi XV, XIV e VII la parità non sia garantita, come è chiaro a tutti che anche le mancate nomine nella Giunta Comunale dipendano dal fatto che non riescono come maggioranza a garantire la presenza di donne e uomini in pari numero. Ed è un peccato perché lo Statuto di Roma Capitale è quanto di più avanzato in termini di pari opportunità. Gli art. 25 e 27, attualmente in vigore, impongono a Sindaco e Presidenti la grande sfida culturale della parità anche nel numero, ma sono anche il riconoscimento del prezioso ruolo che le donne possone e devono svolgere nella Politica.
La visione di genere è infatti quanto di più innovativo la Politica abbia regalato alla nostra organizzazione di Governo della città e agli enti locali tutti. La Sindaca richiami la sua maggioranza su questa proposta e non passi alla storia come la prima Sindaca donna che scoraggia e non tutela la presenza delle donne nelle Istituzioni. Non si torni al Medioevo per coprire le proprie lacune, ma anzi si sostenga lo Statuto di Roma Capitale e si aiuti la maggioranza a capire perché ne deve essere orgogliosa piuttosto che preoccupata”.
Così in una nota Daniele Torquati, capogruppo Pd Municipio XV