SINISTRA ITALIANA aderisce all’iniziativa del 1 Luglio ad Anguillara “No al prosciugamento del lago di Bracciano”, nella consapevolezza che la crisi di quel bacino è solo parte di un’emergenza ben più ampia, che riguarda tutta l’Italia e la nostra regione in particolare.
Nel Lazio, la siccità colpisce Roma e l’area metropolitana, ma anche Rieti e le altre province dove la carenza di acqua potabile ha raggiunto dimensioni disastrose: come è evidente, siamo di fronte ad una crisi ampia e complessa, conseguenza degli sconvolgimenti climatici che sempre più mettono a rischio le economie e la vita stessa di tantissime persone, ma anche e soprattutto conseguenza della non più sopportabile assenza di pianificazione nell’uso razionale delle risorse idriche, di manutenzione dei sistemi di captazione e distribuzione dell’acqua potabile, e più in generale di politiche per lo sviluppo sostenibile.
La crisi del lago di Bracciano è emblematica di tutto ciò, ed evidenzia responsabilità politiche ed amministrative ben definite: del Comune di Roma, proprietario al 51% di ACEA Spa che, attraverso la sua società ACEA ATO2 Spa, preleva acqua dal lago sulla base di una autorizzazione del 1990 concessa allo stesso Comune di Roma, che poi distribuisce a tutta la provincia: ma ACEA distribuisce anche cospicui dividendi ai propri azionisti – Comune di Roma in testa – invece di investire i ricavi (che per ACEA ATO2 si aggirano mediamente intorno ai 70-80 milioni di euro l’anno) per l’ammodernamento delle infrastrutture e delle reti di distribuzione le cui perdite vanno ben oltre il 40%.
Le responsabilità maggiori sono però a capo della Regione, che pure nel 2014 ha approvato la legge “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” introducendo alcune importanti innovazioni: gli Ambiti di Bacino Idrografici (ABI), a cui affidare la gestione dei servizi idrici Integrati al posto degli attuali 5 ATO regionali, nonché una serie di strumenti che conferiscono maggior potere decisionale alle singole comunità riconoscendo il diritto dei cittadini su trasparenza e partecipazione alle decisioni.
La legge è inattuata perché manca l’atto finale, cioè la discussione e approvazione in Consiglio regionale della proposta di legge che istituisce gli ABI, da tempo presentata e mai messa all’ordine del giorno.
Una responsabilità grave, questa, in primis del Partito Democratico e di chi lo sostiene, tutti allineati all’idea dell’allora governo Renzi di privatizzare i servizi, ed in particolare affidare a 5 grandi aziende la gestione dell’acqua in Italia, ACEA per l’Italia centrale: la piena attuazione della legge metterebbe fine al monopolio privatistico di ACEA, dando finalmente attuazione, seppure in maniera parziale, all’esito referendario nazionale sull’acqua pubblica del 2011.
Per la difesa del lago si sono mobilitati cittadini, associazioni ed istituzioni locali, attraverso varie iniziative che noi sosteniamo con fermezza e convinzione, perché siano messe in atto misure immediate atte ad arginare il degrado ambientale ed ecologico ormai ad un passo dal disastro.
Altresì, riteniamo indispensabile e prioritaria un’azione altrettanto decisa nei confronti delle amministrazioni della città metropolitana di Roma capitale e della Regione Lazio: si blocchi l’uso improprio delle risorse che i cittadini versano con la tariffa e le si destinino agli investimenti; si avvii l’iter per la gestione pubblica dell’acqua sottraendola alle logiche del mercato speculativo che fanno capo ad ACEA Spa e ACEA ATO2 Spa; si dia rapida attuazione alla legge regionale n.5 del 2014 approvando gli Ambiti di Bacino Idrografici, con ciò superando lo strapotere monopolistico di ACEA e dando finalmente corso all’esito referendario del 2011 contro la gestione privata dell’acqua.
SINISTRA ITALIANA, COORDINAMENTO ROMANO E REGIONALE DEL LAZIO