Tre circostanziati atti redatti da un pool di quattro avvocati e corredati da relazioni scientifiche. Aderiamo alla manifestazione del 1° luglio “No al prosciugamento del lago di Bracciano”
Dopo la denuncia/querela depositata presso la Procura della Repubblica di Civitavecchia il 19 giugno scorso, il Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano Martignano mette in atto nuove azioni di carattere legale a tutela dell’ecosistema lacustre esposto a disastro ambientale a causa dei prelievi di Acea ed a tutela della risorsa idrica della Capitale.
Il 26 giugno il Comitato, coadiuvato da un pool di avvocati (Francesco Falconi, Simone Calvigioni, Mario Lepidi e Marco Marianello) e di esperti in materia ambientale, ha inviato al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Lazio ed al Parco Naturale Regionale di Bracciano e Martignano tre circostanziate richieste di intervento urgente mirate all’adozione, per quanto di rispettiva competenza, delle misure necessarie a salvare il bacino lacustre.
Nella Richiesta di Intervento Statale Urgente al Ministero dell’Ambiente ex articolo 309 del Decreto Legislativo 152/2006, nonché nella istanza rivolta alla Regione, in particolare, si chiede di porre in essere tutte le iniziative idonee a prevenire il depauperamento della risorsa idrica, ed in via principale la disposizione dell’immediata interruzione di ogni prelievo di acqua dal Lago.
Si sottolinea inoltre che la soglia minima di 161,90 metri sul livello del mare, al di sotto della quale ai sensi della stessa concessione e degli atti ad essa prodromici le captazioni avrebbero dovuto bloccarsi automaticamente ad opera di un sifone idraulico che avrebbe dovuto essere costruito dal concessionario della captazione, risulta abbondantemente superata da tempo, con la conseguenza che l’obbligo di bloccare le captazioni è completamente ed impunemente inadempiuto. Alla data del 19 giugno (data dell’ultimo rilievo effettuato dai tecnici da noi incaricati), infatti, il livello del lago si fermava a 161,58 metri s.l.m., ossia a 32 centimetri al di sotto della soglia minima di cui sopra, ed a 146 centimetri sotto lo zero idrometrico naturale posto a 163,04 metri s.l.m. Nelle ultime settimane, peraltro, il livello del lago sta scendendo di oltre un centimetro al giorno. È inoltre disatteso il vincolo di destinazione ai bisogni di Roma dell’acqua captata dal lago di Bracciano.
Il Comitato prende atto di quanto deciso dall’Osservatorio permanente sugli usi idrici in data 26 giugno, che ha fissato le captazioni dal Lago di Bracciano per il mese di giugno e luglio a 1.300 litri al secondo, al posto dei 1.600/1.800 litri al secondo che Acea aveva annunciato di voler prelevare. Tale intervento, però, è assolutamente insufficiente a fronte di una situazione di danno ambientale già verificatosi ed a fronte del rischio imminente di disastro ambientale. Ci si chiede, peraltro, chi controllerà se effettivamente Acea rispetterà tale limite, dato che fino ad oggi appare essere Acea stessa l’unico soggetto in grado di conoscere e controllare la reale portata del prelievo. Sui dati relativi alla portata delle captazioni effettuate, peraltro, non è garantita la minima trasparenza (il Comitato, infatti, tramite i suoi legali, ha già da oltre venti giorni inviato formale richiesta ad Acea di ricevere i dati di monitoraggio relativi alle captazioni, che dovrebbero essere resi pubblici, ma, ad oggi, non è pervenuta alcuna risposta).
Il Comitato contesta inoltre l’affermazione dell’Osservatorio permanente secondo la quale il lago, alla data del 26 giugno, si trovasse di solo 13 centimetri sotto lo zero idrometrico. E’ evidente a tutti che il lago è in sofferenza, che l’abbassamento del livello in atto è del tutto anomalo e che lo zero idrometrico da prendere in considerazione ai fini della tutela dell’ecosistema e della risorsa idrica è quello di 163,04 metri s.l.m. fissato dal Parco di Bracciano nel rispetto del naturale e storico livello delle acque del lago.
Inoltre, le istanze da noi inoltrate, oltre a porre in evidenza gli ingenti dividendi che Acea spa distribuisce ai propri soci, a fronte di un canone fisso di soli 727,17 euro annui per la concessione del lago di Bracciano, puntano il dito sulle mancate azioni atte a ridurre le dispersioni dell’acqua lungo la rete idrica (il 44 per cento per Roma secondo dati Istat, che arrivano al 60% secondo dati Legambiente).
Ci auguriamo che le istituzioni coinvolte, anche alla luce della documentazione scientifica da noi prodotta, adottino celermente le misure veramente adeguate a far fronte alla grave situazione, disponendo l’immediata interruzione delle captazioni dal lago di Bracciano fino al ripristino del suo livello naturale.
La battaglia del Comitato è mirata ad ottenere una gestione partecipata dell’uso dell’acqua del territorio sabatino. Con spirito il Comitato annuncia la propria adesione alla manifestazione di protesta “No al prosciugamento del lago di Bracciano” indetta dai Comuni rivieraschi dal Parco e dal Consorzio Lago di Bracciano per il 1° luglio in località La Marmotta.
Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano